Quarantotto anni senza Totò: il 15 aprile del 1967 moriva il principe della risata

"Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire". Parole tristemente profetiche quelle riportate da Franca Faldini, compagna di Totò e da lui pronunciate come un singolare pronostico che non ha potuto che tradursi in realtà. Moriva a Roma, il 15 aprile 1967 il grande artista napoletano, comico tra i più celebrati al mondo e indimenticabile interprete del teatro e dell'allora nascente cinema italiano, costruito anche grazie a pellicole ritagliate su misura per l'attore che sapeva attrarre e intrattenere un'intera popolazione. Da Nord a Sud, il principe Antonio De Curtis, era l'idolo degli Italiani, tutti, che rappresentava in centinaia di di personaggi resi indimenticabili dalla sua voce e dal suo profilo.
Di nobili origini, Totò nacque Antonio Vincenzo Stefano Clemente, da Anna Clemente e dal marchese Giuseppe De Curtis, fu adottato nel 1933 dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas. Da giovane i suoi esordi nel teatro a cui si accostò nel solco della tradizione della commedia dell'arte. Apparì subito come un erede di Charlie Chaplin, ma fu paragonato anche ai fratelli Marx e aEttore Petrolini. Sebbene noto al grande pubblico per i suoi ruoli in indimenticabili capolavori del cinema (97 sono i film cui prese parte) Totò fu interprete di un vasto filone teatrale comprendente 50 opere. Noto anche al piccolo schermo con 9 telefilm e vari sketch pubblicitari e apparizioni in programmi televisivi sarà ricordato per l'enorme successo dei suoi film, con un pubblico di oltre 270 milioni di spettatori. Si spense nella sua dimora romana quasi ceco a causa di una malattia aggravata dalla lunga esposizione ai fari di scena. Ancora oggi i suoi film continuano ad essere trasmessi con uno straordinario successo.