Quarto, parla Beppe Grillo: “Capuozzo? Mai ceduto alle pressioni della camorra”
Mentre rimonta la vicenda delle intercettazioni telefoniche che suggerivano presunte infiltrazioni camorristiche nell'attuale amministrazione M5S guidata da Rosa Capuozzo, nel comune di Quarto (Napoli) è Beppe Grillo a prendere la parola dal suo blog rispondendo punto per punto ad alcuni interrogativi riguardanti lo scandalo della prima amministrazione campana a 5 stelle.
Le intercettazioni: voti in cambio della cessione dello stadio ai clan?
Ma facciamo un passo indietro. Risalgono allo scorso 23 dicembre le intercettazioni telefoniche emerse nell'ambito di una inchiesta del pm John Henry Woodcook. I documenti finiti agli atti delle indagini delineavano un accordo tra l'ex consigliere M5S Giovanni De Robbio e l'imprenditore Alfonso Cesarano, ritenuto vicino al clan Polverino. De Robbio, espulso dal movimento, avrebbe promesso di intercedere per la gestione dello stadio sportivo in cambio di voti. Gli stessi voti, che avrebbero portato – secondo le ipotesi investigative – al potere il Movimento 5 Stelle a Quarto.
Pressioni e ricatti: De Robbio e le accuse di estorsione
Proprio sulle responsabilità del Movimento riguardo a De Robbio, Grillo precisa: "L’ex consigliere De Robbio è stato espulso dal MoVimento 5 Stelle il 14 dicembre 2015 per comportamenti palesemente non conformi al programma, una decina di giorni prima che ricevesse l'avviso di garanzia". Il nodo della questione è un altro, pero: sono davvero serviti quei voti garantiti dalla malavita in cambio di un accordo all'elezione del consiglio a 5 Stelle: "Il M5S ha vinto con il 70.79% dei voti pari a 9.744 preferenze contro i 4.020 degli avversari – spiega Grillo – L’ex consigliere De Robbio ha raccolto 840 voti". Pochi voti, niente accordo, insomma. Eppure resta la vicenda delle pressioni politiche al sindaco Rosa Capuozzo perpetrate, secondo le accuse, da De Robbio per la cessione dello stadio in mani private e per le quali l'ex consigliere è indagato con l'accusa di "estorsione aggravata". "Le ha respinte facendo sì che rimanesse in mani pubbliche anziché in mani private" ribatte Grillo. "Le indagini – rimarca – dimostrano che il sindaco e l’amministrazione sono parte lesa e non hanno mai ceduto alle pressioni politiche avanzate dall’ex consigliere De Robbio".