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Quarto non vuole l’antenna 5G: tensione tra manifestanti e polizia

Momenti di tensione, all’alba, tra manifestanti e polizia a Quarto, cittadina dei Campi Flegrei, nella provincia di Napoli: gran parte della cittadinanza non vuole la costruzione dell’antenna 5G. Un gruppo di manifestanti, questa mattina, si è recato sul sito di costruzione per opporsi: “Non siamo cavie”.
A cura di Valerio Papadia
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Esplode la protesta a Quarto, cittadina dei Campi Flegrei nella provincia di Napoli, dove i cittadini si oppongono alla costruzione dell'antenna 5G. All'alba di oggi, 13 gennaio, un gruppo di manifestanti si è recato in località Cocci, luogo di edificazione del ripetitore, per ribadire il proprio dissenso. Sul posto sono arrivati anche alcuni agenti della Polizia di Stato, in assetto antisommossa, per sovrintendere ai lavori: momenti di tensione, fortunatamente espressa soltanto in maniera verbale, si sono registrati tra i manifestanti e le forze dell'ordine.

"Non siamo cavie" gridano a gran voce i manifestanti, che raccontano quanto accaduto questa mattina: "Alle ore 6.20 di stamattina sui Cocci sono arrivate 4 camionette della polizia per permettere l'installazione dell'antenna 5G. Gli abitanti e noi ci siamo opposti fin quanto abbiamo potuto per impedire che il nostro territorio potesse essere ancora martoriato. Abbiamo provato ad impedirne l'accesso ma siamo stati spostati con la forza. Un dispendio di forze dell'ordine, pagate da noi cittadini, per scortare i nostri carnefici. Padri, madri e bambini hanno cercato di difendere la propria salute, lasciati soli da un'amministrazione sorda e non all'altezza. L'antenna 5G è in fase di montaggio, ma noi non ci fermiamo e ci opporremo con tutte le nostre forze. Il 5G è in fase di sperimentazione e fin quando non ci verrà data la certezza che non provoca danni alla salute, noi ci opporremo. Non siamo cavie. Un sindaco che non fa il volere dei cittadini è un sindaco che non li rappresenta e deve dimettersi! Ci vediamo oggi pomeriggio alle 19.00 presso la casa delle consulte (nel prefabbricato della scuola Gobbetti) per organizzare la nostra lotta" scrive su Facebook il gruppo consiliare "Un'altra città".

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