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Quelle inquietanti tracce fantasma: tutti gli enigmi del caso Luigi Celentano

“Vogliono uccidermi, aiutatemi”. Luigi Celentano, 18 anni, dice a sua madre e a suo zio che una persona molto pericolosa vuole fargli del male. E poi sparisce. A due anni dalla scomparsa di ‘Gigino Wifi’, c’è chi non si smette di chiedersi che ne sia stato di lui. A cominciare da quel profilo Facebook che dà misteriosi segni di attività. Luigi è ancora vivo?
A cura di Angela Marino
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“Portatemi via oppure mi uccideranno”. Luigi diceva a tutti che volevano ammazzarlo. Luigi è scomparso una fredda notte di febbraio, per non riapparire mai più. Qualcuno gli ha fatto del male? Oppure ha trovato il modo di mettersi in salvo da chi lo minacciava? Dopo poco meno di due anni, sembra quasi impossibile capire cosa sia successo a Luigi Celentano, alias ‘Gigino Wifi’, il ragazzo con gli occhi blu e i capelli ossigenati che voleva lavorare nella moda. Le tracce, inquietanti e vivide, dopo due anni, però, continuano a riproporsi. Dov'è Luigi?

‘Un mafioso vuole ammazzarmi'

Partiamo dai numeri, perché in questa storia i numeri sono importanti. Ventuno sono i mesi di silenzio, 19 gli anni di Luigi, 5 i mesi dall’ultima mollichina di pane che Luigi, o qualcuno per lui, ha lasciato sulla strada e quattro i giorni che sono passati tra una denuncia per minacce ai carabinieri e la sua scomparsa. Torniamo ora nel 2017: Luigi Celentano scompare da Vico Equense, il 12 febbraio, intorno alle due di notte. La telecamera di sicurezza della lo riprende mentre si allontana a piedi in direzione Meta di Sorrento, in Via Cortile, vicino l'ospedale di Vico. Una pattuglia dei carabinieri lo ferma alle ore 1:54 di notte, ‘Sto andando a pescare con gli amici' dice ai militari invece va a casa dello zio Franco per chiedergli aiuto.“Portatemi via, se resto qui mi uccidono”, "Chi?", chiede lo zio. "Un mafioso mi vuole morto". Lo zio si offre di ospitarlo per tenerlo al sicuro, ma lui non vuole, così, con il cellulare e 20 euro in tasca, Luigi se ne va a piedi. Da allora non si farà più vivo con nessuno, neanche attraverso chat e messaggi. Strano, perché Luigi, detto dagli amici ‘Gigino wifi’ perché connesso 24ore su 24, non abbandona mai i suoi account social.

Une terribile denuncia

La sua scomparsa attira l’attenzione dei media. A Meta di Sorrento arriva la troupe di ‘Chi l’ha visto?' e va dritta a casa di Luigi. Mamma Fulvia Ruggiero, capelli neri e occhiaie, accoglie i giornalisti nella casa dove Gigi abita, ma non vive. Sì, perché, Luigi passa le sue giornate in strada, lontano dal patrigno. Era proprio lui l’uomo che aveva denunciato quattro giorni prima della sua scomparsa: oggetto minacce di morte. “Da circa due anni – aveva messo nero su bianco in caserma – sono vittima di minacce e ingiurie nonché di un vero e proprio comportamento persecutorio da parte di G., compagno di mia mamma Fulvia”. “Ti rompo la testa, ammazzerò te e tua mamma” sono le frasi riportate nel testo della denuncia, ma di fronte ai giornalisti di Rai Tre, G., il patrigno, sminuisce i contrasti con il figlio della compagna : ”Non è vero, quelle cose non sono mai successe".

…E poi un'altra

Più disponibile a parlare, Mamma Fulvia, che descrive un Luigi sensibile e fragile, ossessionato dall’aspetto fisico, dal desiderio di essere accettato dagli altri e disperato dalla consapevolezza di non esserlo per niente. Alcuni ragazzi di Meta, infatti, lo avevano preso di mira, lo deridevano per la sua attenzione per l’estetica chiamandolo “Femminiello”, tanto che Gigino era andato a denunciarli. E a quel punto i bulli, invece di lasciarlo in pace, avevano risposto con una spedizione punitiva. Denudato, esposto al pubblico ludibrio e picchiato questa volta Luigi era finito al pronto soccorso, a ridosso di Natale, quindi due mesi prima che sparisse.

Le verità di papà Giovanni

Zio Franco, l’ultima persona che ha visto Luigi, conferma che a casa il ragazzo viveva una situazione molto tesa e che proprio tra quelle mura, aveva paura di subire violenza. “Fatemi andare via, gli aveva detto quella sera”, ma poi, via, ci era andato da solo. A casa stando a quanto riferisce Fulvia Ruggiero, Luigi non sarebbe passato neppure a prendere i suoi effetti personali, anzi: la sim del suo telefono l’aveva lasciata proprio lì, fatta a pezzi. Forse, Luigi aveva trovato un modo per fuggire e non voleva essere rintracciato? Forse non aveva voluto passare da casa perché quella notte vi avrebbe trovato il patrigno, che non era di turno al lavoro? Con o senza la sim, il telefono si Gigi, secondo il rapporto dei carabinieri di Meta di Sorrento, competenti del caso, si spegne la sera del 12 febbraio. Dall’ombra, intanto, spunta una nuova versione fornita alla stampa dal papà di Luigi, non G. ma il padre biologico, Giovanni Celentano. Celentano senior a Meta è considerato un uomo ‘stravagante' e non è la prima volta che suggerisce piste ‘visionarie’. "Lo tengono prigioniero, l’ho letto nelle carte", aveva detto ai giornalisti nei tempi caldi delle ricerche. Un anno e mezzo dopo, parla di un giro d'incontri di boxe clandestini, pista mai verificata. Verità o suggestione di un padre vinto dal dolore?

Il profilo fantasma

Quanto ai suoi numerosi profili social, restano tutti presenti su Internet, ma inattivi. O quasi. Da quando Luigi scompare non appaiono post o altre tracce di movimento, neanche nella messaggistica, eppure, in data 7 giugno 2018, un anno e quattro mesi dopo la scomparsa, sul profilo di Luigi appare la registrazione presso un ristorante di Sorrento. È stato Gigi? O qualcuno che ha tra le mani il suo telefonino? O, forse, qualcuno che si è appropriato del suo profilo Facebook? A notare strani movimenti del profilo di Luigi è un gruppo di volontari dediti alle ricerche del diciottenne che di fronte a questa strana circostanza decide di contattare alcune persone che lavorano nel locale. “Luigi è stato lì?”, chiede una volontaria a P. La risposta è molto strana, la donna non nega, non ammette, risponde solo: “Non sono tenuta a dare questa informazione”, fine della storia. Sebbene la circostanza venga segnalata dal gruppo d'investigatori amatoriali ai carabinieri, nessuno va al ristorante a chiedere di Luigi. Tre mesi dopo l'account di Gigi torna attivo con una richiesta di contatto, destinataria Pamela, una ragazza che non conosceva Luigi. È il 10 settembre 2018, un anno e sette mesi dopo la scomparsa.

I numeri di Luigi

Nella nebbia in cui Luigi è scomparso si è lasciato dietro un'ultima traccia, forse la più importante. Poco prima di sparire aveva pubblicato sul suo profilo ufficiale una strana sequenza numerica. “Tutto nella vita ha un significato –  scrive poi –  sta a te comprendere”. All'apparenza quelle indicate sembrano le coordinate geografiche di un luogo, ma il codice porta fuori dall'Italia, a Marchampt, in Francia, un posto che non ha nessun significato per i parenti di Luigi. Aggiungendo una cifra, uno zero, però, le coordinate puntano dritto a una località a pochi metri da Vico, Moiano. Lo scoprono, ancora una volta, proprio i volontari del gruppo di ricerca e vanno a controllare sul posto. Nel punto, indicato, peraltro proprietà privata, non c'è nulla che attiri particolarmente l'attenzione, almeno agli occhi di chi vive fuori da questa storia. Perché se c'è qualcosa di netto nel caso di Luigi Celentano, tra misteriose tracce sui social e messaggi criptati, è proprio questo: la verità non è alla portata di tutti. Chi deve capire, capisce.

L'epilogo

Finora, chi legge questa storia ha capito solo che Luigi Celentano può essere morto, può essere ancora vivo, fuggitivo clandestino dalla violenza della sua Vico, ma di certo non è stato ritrovato e nessuno lo sta cercando. Prossime all'archiviazione le indagini, rassegnati i familiari e gli amici, silenziosi i giornali locali. Tutti pronti a consegnare Luigi allo stesso destino della sua omonima Angela, la bimba del Faito, ennesimo mistero italiano. Se è vero che Gigino non tornerà, allora, chi sta usando il suo profilo Facebook?

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