Racket a Scampia: prodotti a prezzi più alti ai commercianti per mantenere i carcerati
Si sono recati da numerosi commercianti di Scampia, quartiere della periferia settentrionale di Napoli, cercando di imporre loro l'acquisto di materie prime – delle quali si rifornivano da persone di "fiducia" – indispensabili per le loro attività a prezzi maggiorati, così da avere i soldi necessari a mantenere i carcerati e le loro famiglie. Questa mattina i carabinieri della compagnia Stella hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare emanate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti affiliati al clan Abete-Abbinante-Aprea-Notturno, egemone in un'ampia porzione del quartiere di Napoli Nord. Le accuse nei loro confronti sono quelle di tentata estorsione e violenza privata, aggravate dal metodo mafioso.
Le indagini hanno preso le mosse dopo la denuncia di uno dei gestori delle attività oggetto delle tentate estorsioni, avvenute quasi tutte in via Monte Rosa, zona ritenuta la roccaforte del sodalizio camorristico. L'attività investigativa dei militari dell'Arma ha così permesso di documentare l'attività estorsiva messa in atto dai tre arrestati nei confronti delle numerose attività commerciali che sorgono nella zona, uno dei punti nevralgici di Scampia, tramite l'imposizione di rifornirsi da uomini di fiducia del clan a prezzi maggiorati rispetto a quelli di altri grossisti, così da poter mantenere gli affiliati in galera e le proprie famiglie. In molti casi, le "richieste" venivano accompagnate da minacce e ingiurie o sotto forma di danni ai negozi.
Nel corso del blitz che ha portati all'arresto dei tre – un 22enne, un 25enne e un 44enne, tutti già noti alle forze dell'ordine – i carabinieri hanno proceduto alle ispezioni domiciliari, rinvenendo una pistola calibro 9 carica e 41 cartucce, 2 panetti di hashish, 5 dosi di cocaina e 14 di eroina.