Racket al cantiere Unesco di Porta Capuana, in carcere l’emissario della camorra
È finito in carcere il presunto emissario del clan che aveva tentato di imporre il pizzo agli operai di un cantiere, fermato in indagini lampo l'8 maggio scorso, dopo la seconda minaccia: l'uomo era stato sottoposto a fermo l'8 maggio, nella giornata dell'11 maggio il gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura Distrettuale della Repubblica, ha disposto la custodia cautelare in carcere. Si tratta di Antonio D'Andrea, 47 anni, pregiudicato: il fermo era scattato con l'accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Secondo le indagini è l'uomo che nei giorni scorsi aveva minacciato gli operai del cantiere di Porta Capuana finanziato con fondi Unesco. La vicenda è quella della società molisana che, dopo aver ricevuto minacce per due giorni di seguito da una persona che si era presentata a nome degli "amici della Maddalena", aveva rinunciato ai lavori e fatto rientrare operai e macchinari, bloccando il cantiere. La denuncia era stata presentata già dopo la prima visita, una seconda era arrivata successivamente sul tavolo della Squadra Mobile. Gli agenti hanno ricostruito che la prima visita dell'emissario del clan risale al 7 maggio. Un uomo, secondo le indagini D'Andrea, si era presentato a bordo di uno scooter Sh bordeaux e aveva ordinato di sospendere i lavori e di riferire al responsabile che, prima di proseguire, avrebbe dovuto mettersi d'accordo con "gli amici della Maddalena".
Il giorno seguente, l'8 maggio, era tornato al cantiere e aveva ribadito le minacce, parlando con lo stesso operaio. Grazie all'analisi dei sistemi di videosorveglianza i poliziotti hanno identificato lo scooter e ricavato il numero di targa, arrivando così a D'Andrea, che annovera anche precedenti penali specifici; il 47enne è stato rintracciato e fermato dagli agenti del commissariato Vicaria – Mercato nel pomeriggio dello stesso giorno, mentre era sullo stesso scooter usato per l'estorsione. La ditta ha ripreso i lavori questa mattina.