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Ragazzi morti in un incidente a Eboli: ipotesi omicidio stradale per i due conducenti

La Procura ipotizza il reato di omicidio stradale per i conducenti di due delle vetture coinvolte nell’incidente di Eboli in cui hanno perso la vita due giovani salernitani. Ancora tutta da ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente: saranno ascoltati i sopravvissuti, mentre le tre auto sono state sequestrate per le perizie.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Vincenzo Dell'Orto e Francesco Giugno, i due giovani deceduti nell'incidente dello scorso 16 novembre. [Foto / Facebook]
Vincenzo Dell'Orto e Francesco Giugno, i due giovani deceduti nell'incidente dello scorso 16 novembre. [Foto / Facebook]

SALERNO – Dopo la rabbia ed il dolore per i due giovani ebolitani morti nell'incidente di sabato 16 novembre, ora scattano le indagini della Procura. Il pm Roberto Renna ha infatti ipotizzato l'accusa di omicidio stradale per entrambi i conducenti delle automobili che hanno provocato l'incidente, l'Alfa Romeo Mito e una delle due Fiat 500, quella "sopravvissuta". Ma al momento sull'esatta dinamica e sulle responsabilità, si indaga a tutto tondo.

Secondo quanto ricostruito finora, la comitiva di ragazzi si stava dirigendo a Battipaglia, per raggiungere la fidanzata di Vincenzo Dell'Orto, la vittima di diciassette anni. Assieme a lui, c'era anche Francesco Giugno, diciotto anni, l'altra vittima dell'incidente. In un'altra vettura, invece, viaggiavano altri quattro ragazzi. Si erano divisi in due gruppi, entrambi con una Fiat 500, e procedevano in direzione Battipaglia quando, subito dopo l'ingresso alla Cava Maiorano, è avvenuto l'incidente.

Qui per il momento ci sono soltanto ipotesi: sulla fiancata anteriore sinistra della Fiat 500 dei ragazzi sopravvissuti c'è un'ammaccatura che, secondo gli inquirenti, dimostrerebbe che ci sia stata una collisione tra le due auto. Quella di Giugno, sarebbe stata tamponata forse proprio dalla vettura dell'amico, per poi girarsi di lato e finire nella corsia di sinistra, dove sopraggiungeva invece l'Alfa Romeo Mito, che a quel punto l'avrebbe colpita a sua volta, scaraventandola nel dirupo dopo aver saltato anche un muretto di mezzo metro. Decisive saranno, ai fini della ricostruzione di dinamica e responsabilità, le dichiarazioni dei sopravvissuti. Le automobili coinvolte sono già state sequestrate (le due Fiat 500 e l'Alfa Mito), per effettuare le perizie. Migliorano, intanto, le condizioni del giovane alla guida dell'Alfa Romeo, che era stato il ferito più grave dei sei complessivi dell'incidente. Dopo un'operazione all'intestino, oggi sarà dichiarato fuori pericolo: è uno dei due giovani, l'altro è l'amico delle due vittime alla guida di una delle due Fiat 500, che saranno indagati per omicidio stradale.

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