La storia di Aurora, baby prostituta che ora studia per lavorare
Smagrita, smunta e senza documenti, non parlava neanche italiano. Queste le condizioni in cui Aurora, una ragazzina minorenne di origini albanesi era ridotta quando è stata soccorsa dagli agenti dalla municipale di Napoli lo scorso luglio. La giovane, una delle tante che battono il marciapiede in cerca di clienti, sotto la minaccia dei loro aguzzini, è stata notata mentre adescava uomini lungo il Corso Umberto I, a pochi passi dalla Stazione Centrale, per poi condurli in un appartamento a piano terra, uno dei cosiddetti "bassi" nei vicoletti di Forcella. Eri lì che i suoi sfruttatori, una banda di connazionale che l'avevano circuita e condotta in Italia, la costringevano a prostituirsi. Drogata, affamata, incapace di comunicare in Italiano, la ragazzina è stata ostaggio per mesi delle angherie dei suoi aguzzini. Fino al giorno in cui non è stata trovata – e salvata – dalla polizia. Ci sono voluti mesi e un lungo lavoro delle Autorità Diplomatiche albanesi per di risalire all'identità della ragazza, di cui non si conosceva neanche l'età. È stata visitata all'ospedale Santobono dove i medici hanno stabilito che non poteva avere più di 18 anni. La sua scomparsa, è emerso poi, era stata denunciata dalla madre alla Polizia albanese con la quale la Polizia Municipale ha collaborato in quesi mesi.
Il capo della Polizia: "Commossi dalla forza di volontà di Aurora"
Nel frattempo Aurora è rimasta in un centro di accoglienza per minori. Ha compiuto 18 anni e ora, dopo un percorso di recupero in cui è stata assistita da psicologi e mediatori culturali, ha ottenuto di poter seguire un percorso di formazione professionale fatto di corsi di italiano e per estetista/parrucchiera. La ragazza si trova adesso in un centro di protezione per donne vittime di sfruttamento ed è determinata a recuperare quella vita e quella dignità che le sono state strappate. Nel frattempo è in attesa del permesso di soggiorno. "Per noi si tratta di una vittoria – afferma il capitano Sabina Pagnano, a capo dell'unità operativa tutela emergenze sociali e minori della polizia Municipale di Napoli – ed è la prima volta che da noi una ragazza sottratta alla prostituzione accetta di mettersi alle spalle quel mondo per intraprendere un percorso di studio e formazione. Siamo stati bravi a convincerla, ma molto lo si deve alla sua volontà di cambiare vita"