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Raid alla Galleria Umberto, baby gang abbatte l’albero di Natale

Un gruppo di ragazzini adolescenti ha abbattuto il tradizionale albero di Natale posto come ogni anno nella Galleria Umberto I di Napoli, a pochi passi da via Toledo. L’appello del consigliere Francesco Borrelli (Verdi): “Intervento urgente contro le baby gang “.
A cura di An. Mar.
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"Alla fine hanno vinto loro, le baby gang sono riuscite ad abbattere l’albero di Natale della Galleria e, per farlo, non hanno aspettato la notte, agendo, invece, nel tardo pomeriggio della befana di fronte a decine di persone che ancora passeggiavano lì e ad alcuni agenti della polizia municipale che hanno tentato di fermarli e sono stati accerchiati e aggrediti”. La denuncia arriva dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e dal conduttore de La radiazza, Gianni Simioli.

Albero devastato, la legna è destinata al falò di Sant'Antonio?

Non semplice e cieco vandalismo dietro il raid che ha devastato l'albero allestito per le feste nel cuore di Napoli, ma un obiettivo preciso. Sono in molti i gruppi di ragazzini che, anche nell'hinterland, sradicano alberi e rubano legna da dare alle fiamme il 17 gennaio per la festa di "Sant'Antuono", il santo del fuoco, protettore del bestiame e dei campi, festeggiato in molti comuni della provincia. “La violenza e la sfacciataggine con cui hanno agito preoccupa perché – sottolineano Borrelli e Simeoli – pur essendo giovanissimi, alcuni addirittura bambini, nulla li distoglie dal loro obiettivo: abbattere l’albero e portarlo via per usarlo, probabilmente, per il cippo di Sant’Antonio il prossimo 17 gennaio, quando, in alcuni quartieri, ci sarà un’altra dimostrazione di illegalità con fuochi pericolosi accesi nelle strade”.“Le immagini dell’attacco all’albero – continuano – confermano la necessità di un intervento straordinario contro le baby gang prima che si passi da atti di teppismo e bullismo” hanno aggiunto Borrelli e Simioli, per i quali “bisogna arrestarli e, per quelli non punibili, perché minori di 14 anni, si deve passare alle denunce e agli arresti dei genitori, arrivando anche alla revoca della patria potestà perché è chiaro che i genitori di quei ragazzini non sono in grado di educarli”.

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