Rame rubato e venduto a metà prezzo, così si bloccano i treni e le linee Internet
Poco più di tre euro al chilo, la metà di quanto costerebbe sul mercato. Facile da trovare, da rubare, ancora più facile da rivendere. Per un giro d'affari che facilmente raggiunge cifre a cinque zeri. E così il rame, a tonnellate, sparisce dagli impianti delle Ferrovie dello Stato per poi ricomparire qualche ora dopo nei depositi nei luoghi più disparati, portato di notte coi furgoni e accatastati nei capannoni fino al prossimo riutilizzo. Gli agenti della Polizia Ferroviaria della Campania ne hanno trovato 10 tonnellate, nascoste in un deposito di Caivano, comune a nord di Napoli, e su molti dei cavi e delle muffole, le giunture di gomma e metallo, c'era ancora impresso l'acronimo FSI, Ferrovie dello Stato Italiane. Il sequestro è avvenuto nell'ambito dell'operazione "Oro Rosso", disposta su scala nazionale dal Servizio di Polizia Ferroviaria. Nel deposito sono state identificate tre persone, denunciate per ricettazione.
Coi furti di rame bloccati treni e linee telefoniche
I furti di rame, oltre a causare blocchi sulle linee ferroviarie, danneggiano anche direttamente i cittadini: nel mirino dei ladri finiscono anche i cavi delle linee telefoniche, col risultato che diversi condomini si ritrovano all'improvviso senza telefono né Internet.
"Quella dei furti di rame – spiega Michele Spina, dirigente del Compartimento Polfer Campania – rappresenta una problematica di particolare rilevanza che oltre ad arrecare solo danni alle infrastrutture di trasporto ma provoca disagi considerevoli ai viaggiatori visto che l'interruzione dell'alimentazione elettrica sulle linee ferroviarie innesca l'attivazione dei sistemi di sicurezza con l'immediato arresto dei treni. Tra il rame sequestrato anche grossi cavi di aziende telefoniche che, come accade per la rete FS, hanno presumibilmente provocato l'interruzione delle linee di comunicazione di interi rioni".
Bande organizzate dietro i furti di rame
A rubare il rame non sarebbero gruppetti di ladri improvvisati, ma dietro ci sarebbe la regia di vere e proprie bande specializzate. È l'ipotesi su cui lavorano gli investigatori, che nasce dall'osservazione dell'andamento dei furti negli ultimi venti anni. Confrontando gli episodi con le oscillazioni del valore del rame, infatti, si vede che le due linee del grafico sono praticamente corrispondenti: ad un aumento del prezzo corrisponde un quasi identico incremento dei furti. Questo farebbe pensare che i furti vengano commissionati proprio in relazione all'andamento dei prezzi sul mercato.
La tendenza si è arrestata negli ultimi due anni, quando le due linee hanno smesso di "inseguirsi". Un risultato, aggiunge Spina, che si è ottenuto "grazie al lavoro di pattugliamento degli agenti Polfer in sinergia con la Protezione Aziendale di Rete Ferroviaria Italiana, che ha permesso di ottenere sul territorio della regione Campania un calo dei furti di rame del 58%".