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Rapina agli scavi di Pompei, il mistero della porta blindata aperta

I Carabinieri starebbero stringendo il cerchio attorno ai quattro rapinatori, ma non si esclude la presenza di una quinta persona che, fingendosi da turista, abbia dato il “via libera” una volta che la porta blindata, per motivi da accertare, fosse rimasta aperta.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Proseguono le indagini delle Forze dell'Ordine per individuare gli autori del colpo alla biglietteria degli Scavi di Pompei, che ha fruttato circa trentamila euro. Il cerchio sembrerebbe stringersi: i Carabinieri sarebbero infatti ad un passo dalla loro identificazione. Si tratterebbe di quattro elementi: i due che hanno fatto irruzione armati, l'autista ed il palo, ma si starebbe valutando anche l'ipotesi di un quinto complice, che magari potesse trovarsi a pochi passi dalla biglietteria, magari fingendosi un turista.

Ma gli investigatori si stanno concentrando anche su un altro dettaglio: il giallo della porta aperta della biglietteria, che è dotata di vetri blindati ma che al momento della rapina era aperta. Perché lo fosse e chi sia stato sono ora i due interrogativi degli inquirenti. Ecco perché l'ipotesi di un quinto uomo sta prendendo corpo sempre più insistentemente: l'apertura della porta, infatti, non può avvenire casualmente. Al momento è scartata l'ipotesi della talpa interna, mentre si suppone che l'eventuale quinto complice possa aver atteso il momento giusto, magari quando la porta fosse stata aperta da un impiegato, per dare il "via libera" ai complici per mettere in atto la rapina.

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