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Rapinatori uccisi, anche il sindaco di Ercolano denuncia le minacce al gioielliere

Mentre la Procura valuta le minacce rivolte a Giuseppe Castaldo dai familiari di Bruno Patrone, uno dei due pregiudicati uccisi a Ercolano in un tentativo di rapina lo scorso 7 ottobre, anche il sindaco del comune vesuviano denuncia ai carabinieri le minacce e il pericoloso clima di tensione di cui è vittima il commerciante. Intanto, il 67enne si è trasferito temporaneamente in un’altra regione.
A cura di Angela Marino
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Anche il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, ha denunciato ai carabinieri le minacce rivolte a mezzo stampa al Giuseppe Castaldo  dai familiari di Bruno Petrone, 53 anni, di Secondigliano, pregiudicato ucciso dal commerciante insieme a Luigi Tedeschi, 51enne, del rione Sanità, nel corso di un tentativo di rapina lo scorso 7 ottobre nel comune del Napoletano. Il gesto del sindaco ha suscitato proteste e polemiche da diversi parti. "È un gesto che, ancorché comprensibilmente dettato dalla voglia di fare, può trasmettere messaggi sbagliati". Lo scrive su Facebook il consigliere comunale di opposizione e già candidato sindaco, Antonio Liberti, spiegando: "Il primo messaggio implicito è che le forze dell'ordine avessero trascurato questo particolare e quindi c'era bisogno di qualcuno che allertasse i Carabinieri ed i giornali. Inoltre dobbiamo evitare che si abbia la sensazione che le Istituzioni possano autorizzare ognuno a farsi giustizia da solo. Credo che il nostro dovere di governanti, l'unica strada per essere davvero giusti, è quello di dare forza alle istituzioni interessate utilizzando tutti gli strumenti prima preventivi e poi repressivi dello Stato. Senza schierarsi come una comune tifoseria, altrimenti si potrebbe avviare una spirale pericolosissima, ovvero che ognuno possa sentirsi autorizzato a farsi giustizia da solo".

Il gioielliere lascia la Campania

L'episodio risale a mercoledì scorso. Il gioielliere aveva sparato ai due rapinatori all'esterno di un deposito di bibite ad Ercolano, dopo che questi gli avevano sottratto la somma di 5mila euro. Il 67enne ha esploso i colpi fatali con una pistola regolarmente detenuta, a scopo di difesa. A poche ore dalla tragedia, i familiari di uno dei due rapinatori, intervistati da Fanpage.it, avevano rivolto minacce di morte al commerciante che, come dichiara il suo legale, ha poi scelto di allontanarsi dalla Campania per sottrarsi al clamore e alla tensione seguiti ai fatti. "Il clima che si è venuto a creare intorno al gioielliere e alla sua famiglia e, di conseguenza intorno all'intera città di Ercolano e alla comunità che rappresento – ha detto il sindaco – ha raggiunto livelli allarmanti. Per questo motivo, ho chiesto che vengano alzati tutti i livelli di controllo e sicurezza per prevenire e arginare qualsiasi tipo di reazione violenta che possa mettere ulteriormente a rischio le persone coinvolte e la cittadinanza tutta". Mentre imperversa la polemica sulla legittimità della reazione dell'uomo e sulle minacce che sono seguite, la Procura e i carabinieri valutano le video interviste ai familiari, a partire proprio da quella rilasciata a Fanpage. Si indaga anche per ricostruire l'esatta dinamica dei fatti, accertando così le responsabilità del gioielliere, che resta indagato per "eccesso colposo di difesa". A questo proposito è stato disposta dall'Autorità giudiziaria l'autopsia sui corpi dei due rapinatori. Domani il pm della Procura della Repubblica di Napoli conferirà l'incarico ai consulenti medico-legali che dovranno eseguire l'esame.

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