Renato Di Giovanni, da promessa del calcio a vita spezzata
È morto sull'asfalto di via Epomeo, una delle strade più popolate del quartiere napoletano di Soccavo, intorno alle 12.30, nel pieno dell'ora di punta, mentre c'era chi approfittava della bella giornata di sole per andare a passeggio o a fare compere e chi invece affollava il sagrato della chiesa di Montevergine per assistere alla funzione. Renato Di Giovanni, 21 anni, è morto crivellato dai proiettili esplosi da due sicari, giunti e fuggiti via in sella ad uno scooter, così come è il modus operandi degli agguati di camorra.
Eppure, una morte così, era impensabile fino a qualche anno fa per Renato. Promessa del calcio sin da bambino, da ragazzino era stato tesserato dalla SSC Napoli nella Primavera Under 19, con una partecipazione e un gol al prestigioso Torneo Viareggio. Poi, il declino: il passaggio alla Arzanese Calcio, serie D, il progressivo distacco da quel mondo del pallone che amava tanto e la frequentazione di giri sbagliati. Secondo le notizie trapelate dopo la sua tragica uccisione, Renato era finito a spacciare droga, reato per il quale era stato anche arrestato e per cui aveva l'obbligo di firma.
Il ricordo dei compagni di squadra della Primavera del Napoli
È di Gennaro Tutino, attaccante di proprietà del Napoli ma in prestito, uno dei messaggi di cordoglio più belli nei confronti di Renato, suo compagno di squadra ai tempi della primavera, che su Instagram ha voluto ricordare l'amico così:
Mi ricordo l'ultima partita allo stadio in Curva B, la tua amata curva. Quante partite insieme. Ogni volta che salirò quelle scale il mio cuore e la mia testa penseranno a te. Avrò sicuramente un ricordo positivo amico mio. Ti si leggeva negli occhi che amavi essere lì ed era la tua più grande passione. Ti voglio ricordare così. Renatino ti voglio bene.