Riammessi nei centri accoglienza i profughi cacciati dalla Prefettura dopo aver denunciato
Erano stati cacciati da un centro di accoglienza di Terzigno, in provincia di Napoli, dopo aver denunciato le condizioni in cui erano costretti a vivere: fino a ventisei persone stipate in una sola stanza, con cure mediche somministrate da un cuoco. In diciotto erano stati messi alla porta dall'albergo adibito a centro per richiedenti asilo con un provvedimento della Prefettura di Napoli. Dopo le numerose proteste dell'associazione 3F e dopo che i migranti avevano trovato ospitalità presso la Chiesa Valdese del Vomero, finalmente per tredici di loro viene ripristinata l'accoglienza presso le strutture della Campania.
Il motivo dell'allontanamento dei ragazzi dalla struttura di Terzigno fu una denuncia presentata dal titolare per comportamenti violenti ed il ferimento di due operatori. La ricostruzione, però, messa in discussione dall'associazione 3F, non ha superato il vaglio delle ulteriori verifiche della Prefettura, che ha riammesso tredici richiedenti asilo al circuito di protezione offerto da strutture come alberghi ed ostelli. Non a Terzigno, però, ma in altri quattro hotel che già ospitano altri profughi.
"Ci si chiede come sia stato possibile mettere per strada questi fratelli immigrati sulla base di nulla" scrive in un comunicato stampa Gianluca Petruzzo, rappresentante dell'associazione "3 Febbraio". "Se non ci fosse stata la straordinaria mobilitazione della società civile, della chiesa valdese e cattolica che li hanno ospitati per tante notti, delle associazioni, questi ragazzi sarebbero rimasti in strada".
L'associazione 3F presenterà a giorni un ricorso al TAR contro il provvedimento di allontanamento che è ancora valido per i cinque richiedenti asilo non riammessi nel programma di accoglienza, che per ora sono ospitati in una chiesa a Castellammare di Stabia.