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Ribaltone in Città Metropolitana: consiglieri Pd con DeMa, ma il partito li sconfessa

Nessuna delega al centrodestra, en plein dei democrat, il cui segretario provinciale si scaglia contro i suoi consiglieri: “scelta personale il partito non c’entra.” Si valuta la sospensione dal partito.
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Alla fine De Magistris ha fatto il ribaltone in Città Metropolitana, scegliendo di dare molto più spazio al Partito Democratico nella sua squadra di governo e facendo fuori Forza Italia ed il centrodestra, che fino ad oggi era stato suo fedele alleato e che, quasi certamente, non voterà il prossimo bilancio dell’Ente di piazza Matteotti. Senza avvisare nessuno, al termine di un lungo periodo di tensioni con Forza Italia, De Magistris ha deciso di riassegnare le deleghe cancellando la le assegnazioni precedente fatte ai berlusconiani e rafforzando, invece, i democrat.

De Magistris ha confermato suo vicesindaco Salvatore Pace. Ha poi assegnato a Raffaele Cacciapuoti la delega alle strade, a Elpidio Capasso quella al controllo e alla razionalizzazione delle società partecipate, a Elena Coccia attuazione dello Statuto, regolamenti, beni culturali, cultura e turismo, a Domenico Marrazzo la scuola, a Carmine Sgambati la polizia metropolitana, a Paolo Tozzi l’ambiente, a Rosario Ragosta l’informatizzazione, a Raffaele Lettieri l’informatizzazione. Fin qui nulla di straordinario, visto che si tratta di consiglieri che fanno capo al suo gruppo. Il Pd, invece, ha ottenuto i trasporti per Giuseppe Cirillo, il personale per Francesco Iovino, l’urbanistica per Giuseppe Jossa, il Grande Progetto Pompei per Michele Maddaloni, Giuseppe Tito per la risorsa mare, i lavori pubblici per Nicola Pirozzi.

Il più arrabbiato di tutti è David Lebro, ex vicesindaco metropolitano, una volta legatissimo a De Magistris, passato all’opposizione nel consiglio comunale di Napoli. Il sindaco vorrebbe assegnargli la delega al patrimonio, ma lui ha rifiutato sdegnato: “Ormai è un dato di fatto: il patto istituzionale che vedeva uniti tutti i gruppi presenti in Consiglio, con l’astensione del Movimento 5 stelle, non c’è più. – attacca – Si sta solo mettendo in campo un tentativo maldestro e disperato di creare una maggioranza di governo chiedendo al Pd di accettare le deleghe sottratte a Forza Italia ed al sottoscritto, che significa, nei fatti, passare dal patto istituzionale ad un maggioranza organica tra De Magistris e il Pd”. De Magistris, da parte sua, getta tutta la responsabilità dell’accaduto su Forza Italia, accusando gli azzurri di scarsa collaborazione istituzionale.

La base del Partito Democratico, sui social network, ha già fatto sentire la sua forte contrarietà a quella che viene percepita come una operazione di palazzo, visto che il PD a Napoli è all’opposizione e che, al massimo, era giustificabile un accordo istituzionale che tenesse dentro tutti in un ente come la Città Metropolitana, dove il sindaco de Magistris non ha una maggioranza di Governo. Arrabbiatissimi anche alcuni dirigenti, a cominciare dall'ex candidato sindaco a Napoli Valeria Valente e dal presidente provinciale Tommaso Ederoclite.

"Come Partito Metropolitano di Napoli ribadiamo, dunque, che qualsiasi scelta fatta in Città Metropolitana è una scelta dei singoli consiglieri e non del partito" attacca il segretario provinciale Massimo Costa, che, però, non annuncia provvedimenti. Voci interne al Pd chiariscono che si darà ai consiglieri qualche giorno per rinunciare, poi si provvederà al formale deferimento ai probiviri: per i cinque che hanno accettato le deleghe (del gruppo democrat manca solo Alessia Quaglietta) potrebbe scattare la sospensione dal partito.

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