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Ricatto hot a Cava De’ Tirreni: rubano foto osé dallo smartphone di una donna e le chiedono soldi

Ricatto a luci rosse a Cava De’ Tirreni, in provincia di Salerno. Una donna cavese ha subìto il furto di alcune sue foto osé dallo smartphone e successivamente è stata contattata da un’altra donna, che le ha chiesto novemila euro per non divulgare le immagini. La signora ha pagato, ma i ricattatori le hanno chiesto altri soldi: a quel punto si è rivolta a due avvocati e ha denunciato l’episodio alla polizia postale.
A cura di Redazione Napoli
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Un ricatto a luci rosse, architettato con cura. È quello che una donna di Cava De' Tirreni, in provincia di Salerno, ha denunciato di aver subìto. Ignoti avrebbero rubato degli scatti osé che ritraggono la signora dal suo smartphone e poi l'avrebbero contattata chiedendole soldi per non divulgare le foto e restituirle alla legittima proprietaria. La donna, probabilmente spaventata per l'accaduto e per le possibili conseguenze della divulgazione, ha ceduto alle richieste dei suoi ricattatori pagando la somma richiesta. Ma i malviventi non si sono fermati, chiedendo altro denaro. È stato a questo punto, come rivela il quotidiano "Il Mattino" che ha riportato la notizia, che la donna ha deciso di denunciare l'accaduto rivolgendosi a due avvocati, Alfonso e Marco Senatore.

La donna ha pagato novemila euro, ma i ricattatori volevano più soldi

I due legali si sono rivolti alla polizia postale che adesso indagano sulla vicenda, ma hanno anche voluto lanciare un allarme a tutti gli altri cittadini, invitandoli a prestare la massima attenzione a questo tipo di estorsioni che si consuma online. Nello specifico, la donna vittima di ricatto avrebbe già versato novemila euro, pagati tramite bonifico alla filiale di una banca svizzera. A contattare la signora cavese dopo il furto delle foto hot dal suo dispositivo sarebbe stata un'altra donna, che le ha chiesto prima il pagamento dei novemila euro, e poi di altri cinquemila euro. È stata proprio questa seconda richiesta, alla quale probabilmente ne sarebbe seguita anche un'altra, a spingere la vittima dell'estorsione a rivolgersi prima agli avvocati e poi alla polizia, spezzando così la catena delle assurde richieste da parte dei malfattori che sono riusciti a introdursi nel suo smartphone.

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