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Ricerca su cancro, in arrivo 500 medici cinesi a Napoli: il Pascale sigla intesa a Pechino

Nei prossimi tre anni gli specialisti del Pascale lavoreranno fianco a fianco con 500 medici e tecnici cinesi, nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale. Il polo oncologico napoletano, il più importante del Mezzogiorno, aveva inaugurato la partnership nel 2017 e già 300 specialisti cinesi sono arrivati a Napoli per accrescere le proprie competenze.
A cura di Nico Falco
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Nei prossimi 3 anni, da dicembre 2019 fino al 2022, a Napoli arriveranno dalla Cina chirurghi, ricercatori, radioterapisti e clinici per collaborare con la Fondazione Pascale nell'ambito di un progetto di collaborazione portato avanti dall'ospedale napoletano, eccellenza per le cure e la ricerca oncologica, e i colleghi dell'Estremo Oriente. L'accordo è stato siglato il 27 agosto scorso a Pechino e prevede l'arrivo di 500 medici, che si aggiungono ai 300 che hanno già affiancato gli specialisti napoletani nell'Irccs (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) napoletano.

Il protocollo è stato firmato dal direttore della Radioterapia Paolo Muto, su delega del direttore generale Attilio Bianchi, e dalla direttrice del Temc (International emergency managemet society medical committee) Chen Ran. La collaborazione che unisce le due strutture di ricerca mira al potenzialmente della cooperazione internazionale in ambito medico, con programmi di educazione selettiva e condivisione di esperienze e con la formazione e la promozione della ricerca. Entrambe le equipe, si legge in una nota, continueranno a confrontarsi su metodologie di lavoro e sulla condivisione di protocolli clinici, arricchendo gli uni il bagaglio di conoscenza degli altri. La partnership continuerà anche ospitando in Cina medici italiani che possano insegnare ai colleghi le moderne tecnologie chirurgiche.

Nel 2017 c'era stata la prima parte di questo accordo, con l'arrivo a Napoli di 30 medici e 2 infermieri, che avevano fatto da apripista per gli altri circa 300 specialisti che si erano avvicendati tra le corsie dell'ospedale napoletano per il triennio tra il 2017 e il 2020.

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