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Rinascita di Clemente Mastella, il Jep Gambardella della politica

Dalla Dc di Ciriaco De Mita al governo Prodi, cadute e recuperi in qurant’anni di politica di Clemente Mastella, eletto sindaco a Benevento dopo aver ‘rottamato’ il candidato renziano del Partito Democratico.
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A volte ritornano, a volte si riorganizzano. Il Sun-Tzu di Ceppaloni ha studiato in un'epoca passata, prima di distaccarsene, l'arte della guerra all'ombra dei nocciuoli in fiore di Nusco, dal maestro Ciriaco De Mita l'immortale: «Se il nemico è più forte ritirati. E riconsidera». Si è ritirato, Clemente Mastella, quando c'erano troppe procure, troppe intercettazioni, troppa famiglia al centro dei riflettori. Ma ora, il Jep Gambardella della politica italiana che non partecipò solo a un governo di centrosinistra, ma ebbe il potere di farlo fallire, è tornato. Che fosse carico come una molla, pronto a diventare il sindaco del Comune di Benevento, chi scrive l'aveva capito qualche giorno prima del ballottaggio, quando l'ex Guardasigilli in persona chiamò per suggerire: «Ho visto i vostri video sui brogli di Napoli. State attenti anche su Benevento, perché il voto potrebbe essere inquinato». La volpe democristiana aveva sfiorato con la mano la falla nel barcone Pd e aveva capito che si trattava di un buco da Titanic.

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Clemente Mastella, nuovo sindaco di Benevento

Era infatti nata debole, claudicante, per non dire morta, la candidatura di Raffaele Del Vecchio, uomo del visconte dimezzato della politica sannita, il sottosegretario renziano Umberto del Basso de Caro, nonché vicesindaco dell'amministrazione uscente di Fausto Pepe. Così Clementone ha affondato la lama gentile. Non ha dovuto nemmeno attaccare la precedente gestione, ha atteso il fuoco amico, ha guardato il suo competitor, smanioso di mostrarsi nuovo come una settantenne dopo la puntura di botox, tirare frecciate velenose in casa Pd, avvelenando i suoi elettori e irritando gli altri.

E ora? Dopo aver attraversato il lungo corridoio della politica come una casa coloniale arredata coi trofei di caccia sotto forma di sigle centriste, Dc, Ccd, Cdu, Udeur, il masto di festa di Telese, lì dove nei decenni le acque oligominerali si unirono agli inciuci politici agostani, si trova davanti l'ultima porta: «Col mandato a sindaco Benevento chiudo la mia carriera» dice. Sessantasette anni, c'è da credergli? Se a un pugno di chilometri, un signore di 88 anni ancora tesse e disfa trame come una astuta Penelope, votata a un solo obiettivo, la politica, vuoi vedere che se il vento tira giusto il sindaco Mastella s'alligna a Palazzo Mosti e non guarda di nuovo oltre il Garigliano? Lui lo dice: «Del resto Hillary Clinton ha la mia stessa età, Donald Trump ha quattro anni più di me…». Sindaco, solo sindaco. C'è da credere a Clemente Jep? Chissà. Del resto, la più sorprendente scoperta è o non è che non si può più perdere tempo a fare cose che non va di fare? Dunque, si accettano scommesse.

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