Roccocò e mustacciuoli sono duri, il dente si rompe. E lui se la prende col pasticciere

Roccocò e mustacciuoli non possono mancare sulle tavole dei napoletani dal periodo di Natale fino all'Epifania. Dolci le cui ricette affondano le radici nel passato remoto, sono ancora riprodotti con maestria in decine di laboratori di pasticceria a Napoli e provincia. La ricetta antica voleva, soprattutto per il roccocò, realizzato con mandorle, farina, zucchero, canditi e pisto napoletano (ovvero un pesto di cannella, noce moscata, chiodi di garofano e coriandolo) il risultato di un biscotto particolarmente duro, da ammorbidire con un bagno nel vermouth, nello spumante, nel vino bianco, nel marsala o nel passito. Idem per il mustacciuolo (o mostacciuolo) che nella versione originale è un roccocò ricoperto di cioccolato.
Fatto sta che questi dolci natalizi napoletani, seppur gustosissimi, non sono per tutti i palati. O meglio, non sono per tutte le arcate dentarie: chi ha denti traballanti o peggio ancora chi ha le protesi dentarie, deve evitare accuratamente questi biscotti, preferendo semmai la loro versione morbida – ormai diffusissima nelle pasticcerie. E veniamo alla storiella di questi giorni.
Napoli, centro storico (non citeremo la pasticceria per tutelare il lavoro appassionato di chi vi opera da decenni). Qualche giorno prima di Capodanno si è arrivati quasi alla lite tra il capo pasticciere e un cliente, infuriato. Motivo? Un dolce avariato? Una torta con la scritta sbagliata? Macché. Un roccocò troppo duro che – secondo il cliente – avrebbe portato alla rottura di un dente anteriore, con danno fisico, economico e estetico, per di più sotto le feste, quando cioè i dentisti sono difficili da reperire. La lite, sedata a malapena dai presenti alla scena, sarebbe potuta finire tranquillamente in un film di Luciano De Crescenzo.