Rubate le targhette delle panchine al Bosco di Capodimonte, il direttore: “Le reinstalleremo”
Uno sfregio alla memoria e alla cultura quello andato in scena qualche giorno fa al Real Bosco di Capodimonte, dove le sedici targhette in ottone, affisse su altrettante panchine presenti nel parco pubblico cittadino, "adottate" dalle famiglie napoletane e contenenti pensieri poetici o un ricordo dei propri cari, sono state trafugate. Tra queste c'è anche quella della cosiddetta panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza sulle donna, donata al Bosco di Capodimonte dalla III Municipalità di Napoli, dove il parco sorge. Avviato nell'agosto del 2017, il progetto "Adotta una panchina, un albero, una fontanella o un beverino", iniziativa dell'associazione Amici di Capodimonte Onlus, è stato un successo. Sull'accaduto si è espresso così Sylvain Bellenger, direttore del Real Bosco e Museo di Capodimonte: "Siamo sdegnati per questo vile atto vandalico che offende direttamente la cultura della partecipazione e il senso civile. Reinstalleremo subito le targhette trafugate".
"Questo bosco era abbandonato e pericoloso al mio arrivo – continua il direttore Bellenger – grazie all'aiuto del quartiere e alla partecipazione di tutti i napoletani ha ritrovato la sua bellezza e noi vogliamo continuare a portare avanti con fermezza questa cultura della partecipazione. Ringrazio, perciò, tutti quelli che hanno donato in questi anni e dico che risponderemo a questo atto vandalico invitando tutti i napoletani a sostenere ancora di più l'iniziativa con l'adozione di altre panchine nel Bosco di Capodimonte dimostrando che questo schiaffo non ferma la volontà civile e la cura della bellezza".