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Napoli, rubavano ai genitori che accompagnavano i figli a scuola, arrestati 4 ladri

Quattro ladri sono stati arrestati dai carabinieri tra Villaricca e Napoli con l’accusa di fare parte di una banda specializzata nel ripulire con i jammer le automobili dei genitori che accompagnavano i figli a scuola. La banda avrebbe messo a segno almeno 15 colpi in 6 mesi, tutti a Caserta e la maggior parte davanti ad edifici scolastici.
A cura di Nico Falco
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Si appostavano davanti alle scuole, approfittavano dei pochi minuti in cui i genitori portavano dentro i bambini e ripulivano le automobili portando via cellulari, tablet, borse e tutto quello che poteva avere un valore. L'antifurto nemmeno era un problema: con un dispositivo ad hoc, azionato al momento giusto, inibivano la chiusura centralizzata. I furti avvenivano sempre nella stessa fascia oraria, tra le 8 e le 9.30 del mattino, particolare che ha indirizzato i carabinieri verso un gruppo di ladri che si era specializzato in questo “setore” di vittime. In conclusione delle indagini i militari hanno arrestato tra Napoli e Villaricca 4 persone, su ordine del gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La svolta nelle indagini arrivò nel novembre 2016, quando Anthony Iliano fu arrestato vicino alla scuola materna statale Lorenzini mentre rubava una borsa dal confano di un'automobile.

La banda è accusata di aver rubato in almeno 15 automobili in 6 mesi a Caserta. Il capo, secondo gli investigatori, era Salvatore Caiazzo, 54 anni, finito ai domiciliari insieme al figlio Vincenzo Maurizio, di 25 anni; per gli altri due componenti del gruppo coinvolti nell'indagine, tra cui un nipote di Caiazzo, è stato predisposto l'obbligo di dimora nel comune di residenza. Il gruppo, è emerso durante le indagini, prendeva di mira i genitori che accompagnavano i figli a scuola.

Le vittime erano convinte di aver chiuso l'automobile, e nemmeno i carabinieri successivamente hanno trovato segni di effrazione, ma i ladri riuscivano a interferire col telecomando con dei Jammer e a bloccare quindi il segnale, impedendo alla serratura di chiudersi. Così, in sei mesi, sono sparite borse, effetti personali, bancomat e carte di credito, cellulari, tablet, pc portatili, documenti e contanti. Alcune tessere rubate erano state poi utilizzate per prelevare soldi; i carabinieri, diretti dal maggiore Andrea Cinus, hanno acquisito le immagini degli istituti bancari per verificare chi le avesse utilizzate. Identificato anche il ricettatore a cui arrivavano i dispositivi informatici rubati e che li resettava per rivenderli.

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