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Rubavano dai conti correnti dei clienti moribondi, arrestati consulente e assicuratore

La Guardia di Finanza ha arrestato una promotrice finanziaria e un assicuratore in una inchiesta per frode informatica, truffa e riciclaggio che vede indagate complessivamente 15 persone: sono accusate, a vario titolo, di avere svuotato i conti correnti di clienti moribondi, spostando il denaro sui propri conti o effettuando acquisti costosi.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Individuavano i clienti della banca che stavano per morire, carpivano i codici di accesso ai conti correnti e li svuotavano prima che avvenisse il decesso. Con questa accusa la Guardia di Finanza di Napoli ha arrestato la family banker Stefania Masi e l'agente assicurativo Felice Crisci, coinvolti in una inchiesta della Terza Sezione della Procura di Napoli (procuratore aggiunto Piscitelli, pm Orlando), nella quale si ipotizzano, a vario titolo, i reati di riciclaggio, truffa e frode informatica. I finanzieri hanno notificato anche l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria ad altri due dei 15 indagati, Raffaele Di Tessitore e Pasquale Papa. Secondo la ricostruzione dei finanzieri, gli indagati avrebbero commesso truffe per un ammontare complessivo di circa un milione di euro, che è stato soltanto parzialmente recuperato attraverso un provvedimento di sequestro emesso dal gip di Napoli Gianluigi Visco.

Tra i casi accertati dalle fiamme gialle, quello dell'acquisto di un Rolex da 6400 euro: è stato comprato con un bonifico eseguito dal conto corrente di una delle vittime della truffa, ordinato in un Internet Point da uno degli indagati che avrebbe usato i codici di accesso all'insaputa del cliente. L'orologio era stato ritirato da una persona che si era presentata nel negozio come il titolare del conto corrente e che aveva mostrato anche una carta di identità che, dai successivi controlli, è risultata essere stata emessa per una donna dal Comune di Taranto. Dallo stesso conto corrente sarebbero stati sottratti 110mila euro dopo la morte della titolare, versati in tre tranche sul conto di uno degli indagati in una banca bulgara.

La family banker avrebbe truffato anche una sua cliente morta per una malattia oncologica nel gennaio 2018: nel giorno dei funerali avrebbe detto agli eredi che la donna, poco prima di morire, l'avrebbe incaricata di acquistare dei quadri da regalare ai figli, che avrebbero dovuto sapere del dono solo dopo la morte; per questo motivo si sarebbe impossessata di 250mila euro.

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