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Ruben, la madre che l’Italia non vede: “Delusa da questo Paese immobile. Ma lottiamo”

Le delusione e la rabbia di Marta e Daniela si sono tramutate in qualcosa di diverso: una consapevolezza di quanta strada serva ancora per far comprendere che chiedere diritti per le famiglie omogenitoriali e le coppie dello stesso sesso non è una battaglia ideologica ma una necessità; parte la campagna “Un diritto al giorno”
A cura di Gaia Bozza
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È tranquilla ma determinata Marta Loi, la madre di Ruben che per il prefetto di Napoli non esiste. "La nostra battaglia continua, andiamo certamente avanti". Nonostante la doccia fredda ricevuta ieri. E che consiste in una immediata risposta della Prefettura alla recente sentenza del Consiglio di Stato che dichiara nulle le trascrizioni dei matrimoni omosessuali avvenuti all'estero. Per Ruben, figlio di Daniela e Marta in Italia, non c'è tutela in Italia. La madre non biologica potrebbe diventare una "estranea" per lo Stato italiano. La lettera partita dalla Prefettura e ricevuta dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris parla chiaro:  "La trascrizione dell'atto di nascita del piccolo Ruben Conte Loi è da annullare, almeno parzialmente". Per il prefetto Gerarda Pantalone gli errori da correggere sarebbero due: uno nell'aver dato al bimbo due cognomi, l'altro nell'aver riconosciuto il secondo genitore come in una donna; in Italia il secondo genitore può essere solo il padre poiché non esistono leggi che tutelino le famiglie con genitori dello stesso sesso.

"La notizia ci è arrivata dai giornali: un po' di spavento iniziale ma siamo fiduciose in una soluzione – spiega Marta a Fanpage.it – Siamo in parte arrabbiate, io personalmente sono delusa dalla immobilità delle istituzioni, da questa difficoltà che hanno nell'accettare la realtà e garantire i diritti a un bambino". Ma di quali diritti stiamo parlando? Non si tratta di una battaglia ideologica, dunque? "No, al contrario, le faccio un esempio: pensi che se quando siamo in Italia, per assurdo, dovesse succedere qualcosa a mio figlio, io per lo Stato italiano non sarei nessuno. Un'estranea. E noi veniamo spesso in Italia". La coppia crede che le motivazioni avanzate siano puramente formali: "Anche in Spagna i moduli sono vecchi  – ricorda Marta – Eppure le istituzioni spagnole capiscono che una famiglia può essere formata anche da due madri o due padri e il primo interesse è garantire i diritti alle persone". E in Italia?

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Ruben, la reazione delle due mamme: su Facebook la campagna "Un diritto al giorno"

Le delusione e la rabbia di Marta si sono tramutate però in qualcosa di diverso: una consapevolezza di quanta strada serva ancora per far comprendere che chiedere diritti per le famiglie omogenitoriali e le coppie dello stesso sesso non è una battaglia ideologica ma una necessità. E su questo c'è bisogno di fare chiarezza. Per questo Marta ha lanciato una campagna dalla sua pagina Facebook, per Ruben e per i tanti Ruben che hanno bisogno degli stessi diritti di tutti gli altri bambini. "Nei giorni scorsi ho letto vari interventi di persone che si interrogavano sul perché la gente non scende in massa a manifestare per le unioni civili, così come successe anni fa per aborto e divorzio – spiega Marta sul suo profilo Facebook – Di sicuro per vari motivi. Oggi in generale scendiamo di meno in piazza a protestare, mentre abbiamo sempre tempo per Facebook e simili. Aborto e divorzio erano argomenti che toccavano profondamente donne e uomini. Sapevano benissimo per cosa lottavano". E per cosa lottano le Famiglie Arcobaleno? Di cosa parlano quando chiedono diritti? Le coppie etero lo sanno che questa lotta appartiene anche a loro? Marta darà il suo contributo alla lotta dell'associazione Famiglie Arcobaleno e delle associazioni Lgbt che hanno lanciato la campagna con gli hashtag #figlisenzadiritti e #famigliesenzadiritti attraverso il suo profilo su Facebook con la campagna "Un diritto al giorno": ogni giorno una immagine con una frase sui diritti, partendo dalla Dichiarazione dei diritti del Fanciullo. "Per fare chiarezza – sottolinea Marta –  Per parlarne, per cercare di far capire l'importanza di questa lotta". Una battaglia ci che riguarda tutti.

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