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Salerno, chiesto il processo per il figlio di De Luca: “Concorso in bancarotta”

La procura di Salerno ha chiesto il rinvio a giudizio per Piero De Luca, figlio del governatore della Campania Vincenzo. Per De Luca junior e altri sette indagati l’accusa è di concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento della Ifil, immobiliare che ha fatto affari col Comune di Salerno e il Pastificio Amato.
A cura di Francesco Loiacono
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I pubblici ministeri di Salerno Vincenzo Senatore e Francesco Rotondo hanno chiesto il rinvio a giudizio per Piero De Luca, figlio del governatore della Campania Vincenzo De Luca. Il reato contestato a De Luca junior è concorso in bancarotta fraudolenta e riguarda il fallimento della Ifil, una società immobiliare che in passato ha fatto affari col Comune di Salerno e con il Pastificio Amato.

Assieme al figlio del governatore, membro dell'assemblea nazionale del Pd e negli scorsi giorni assieme a Maria Elena Boschi per annunciare la nascita di un comitato referendario per il sì, sono indagate altre sette persone: Mario Del Mese, socio al 50 per cento della Ifil e nipote dell’ex parlamentare Udeur, Paolo, Vincenzo Lamberti, altro socio dell'immobiliare e cognato di Del Mese, Giuseppe Amato junior, Emilio Ferraro, Luigi Avino e le due mogli di Amato e Del Mese Marianna Gatto e Valentina Lamberti. Tutti gli indagati sono accusati di aver concorso al fallimento della Ifil, utilizzando per fini diversi da quelli aziendali il denaro di cui avevano disponibilità. Nello specifico, a Piero De Luca e alla moglie (non indagata) sono contestati alcuni viaggi aerei fatti in Lussemburgo tra il 2009 e il 2011, dal valore di oltre 20mila euro, pagati dalla Ifil.

La richiesta di rinvio a giudizio risale ai primi di luglio: ancora non è stata resa nota la data dell'udienza preliminare.

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