Salerno, la banda dei buttafuori imponeva i ‘gorilla’ ai locali. Fra loro anche un poliziotto
Per controllare il settore della sicurezza notturna nei locali erano disposti a tutto. Intimidazioni, aggressioni e spedizioni punitive facevano parte della normalità, ma si poteva ricorrere anche all'omicidio: nelle indagini è emersa la pianificazione dell'agguato ai danni del titolare di un'agenzia concorrente, poi saltato perché l'incaricato si era tirato indietro. L'inchiesta, che è nata da un'indagine della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore sul traffico di anabolizzanti in palestra, ha portato all'arresto di 5 persone (due in carcere e tre ai domiciliari), accusate di avere imposto ai locali notturni della Piana del Sele e di Salerno di servirsi del loro personale per la security.
Gli arresti sono stati eseguiti dal Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Salerno, guidati dal colonnello Gianluca Trombetti. I cinque sono accusati di concorrenza illecita in commercio continuata ed aggravata, mediante azioni intimidatorie e violente, avvalendosi del metodo mafioso, per imporre i loro servizi; due di loro dovranno rispondere anche di detenzione e porto abusivo di arma da fuoco. Tra gli indagati a piede libero risultano anche tre titolari di attività commerciali e un cittadino rumeno, che avrebbe avuto il ruolo di picchiatore.
Nella banda dei buttafuori anche un poliziotto
Tra i cinque arrestati, destinatario di misura cautelare ai domiciliari, c'è anche un agente della Polizia Penitenziaria, in servizio nel carcere di Secondigliano. Secondo il sostituto procuratore della Dda, Vincenzo Senatore, il poliziotto "condivideva le attività poste in essere ed era pienamente organico a questo gruppo che abbiamo individuato".
I raid contro i locali notturni
Per la Procura di Salerno gli indagati "effettuavano spedizioni finalizzate a stabilire un clima di terrore tra i gestori dei locali notturni, che terminava solo assecondando le richieste di servirsi del loro personale per garantire il sereno svolgimento delle serate all'esterno e all'interno dei locali della movida battipagliese e salernitana". A rendere più incisive le loro incursioni, la lunga carriera criminale di uno degli appartenenti al gruppo.
La pianificazione dell'omicidio del rivale
In una circostanza, rilevano gli inquirenti, c'era stato "uno sforamento di competenza da parte di quelli di Salerno", che aveva provocato la reazione violenta del gruppo che invece intendeva mantenere l'egemonia nella Piana del Sele. Da quella circostanza era nata l'intenzione di uccidere il titolare dell'agenzia concorrente, che però non era stata portata a termine "per la volontaria desistenza dell'uomo incaricato dell'omicidio".