Salvini spara a zero su Napoli: “Non pagano multe e truffano le assicurazioni”
Matteo Salvini spara a zero su Napoli e i napoletani. Lo fa su Facebook, rispondendo alle dichiarazioni del sindaco Luigi de Magistris che a più riprese in interviste, ospitate televisive e dichiarazioni pubbliche, ha lamentato gli effetti del patto di stabilità sulle casse del Comune di Napoli. "Il sindaco di Napoli – scrive Salvini – dice che il suo Comune non ha soldi. Se magari facesse pagare le multe stradali (Napoli è la "capitale italiana" dell'evasione fiscale delle multe, e delle truffe alle assicurazioni auto) come fa una minoranza di cittadini perbene, forse qualche lira in più la avrebbe".
A rispondere al leader della Lega Nord è il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli: "Per Salvini solo una minoranza dei napoletani quindi paga le tasse. Di contro la maggioranza dei napoletani non sarebbe perbene, dunque è disonesta, truffatrice, e non paga le multe. Ma c’è di più, perché sempre secondo il soggetto in questione Napoli sarebbe la capitale, oltre che dell’evasione delle multe, anche delle truffe assicurative. Su quali dati vengono portate avanti queste gravissime accuse non è dato saperlo".
"Infatti Salvini – spiega ancora Borrelli – è stato sbugiardato dal capitano Ciro Bruno, responsabile dell'Unità Operativa contravvenzioni del Comune di Napoli che abbiamo sentito in diretta alla Radiazza con Gianni Simioli e che ha negato la fondatezza di questi dati sparati a casaccio e solo frutto di preconcetti e luoghi comuni contro la città. Infatti secondo il capitano Bruno Napoli è in questo settore in linea con tutte le altre città italiane. Inoltre abbiamo recuperato l'ultima classifica del Sole 24 ore su base provinciale dei debiti relativi a tasse, multe stradali e contributi riscossi da Equitalia. Napoli con 432,6 risulta terza per pagamenti dopo Milano e Roma e prima di Torino. Come la Bindi anche Salvini ha sparato a zero contro la nostra città senza alcun fondamento concreto e solo per il gusto di offendere e denigrare un popolo indistintamente".
