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San Gennaro Vesuviano, uccide la figlia e tenta suicidio, oggi autopsia della piccola Ginevra

Oggi, 17 luglio, ci sarà l’autopsia sul corpo di Ginevra, la bimba di 16 mesi uccisa dal padre, Salvatore Narciso, a San Gennaro Vesuviano, il 15 luglio scorso. L’uomo è ricoverato al Cardarelli in gravi condizioni, non è stato ancora possibile interrogarlo; è indagato per omicidio volontario aggravato.
A cura di Nico Falco
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Salvatore Narciso
Salvatore Narciso

Si svolgerà oggi, 17 luglio, nel Secondo Policlinico di Napoli, l'autopsia sul corpo della piccola Ginevra, la bambina di 16 mesi morta dopo un volo dal secondo piano della villetta dei nonni, a San Gennaro Vesuviano, in provincia di Napoli. La piccola era stata lanciata dal padre, Salvatore Narciso, 35 anni, che subito dopo ha tentato il suicidio: è attualmente ricoverato al Cardarelli, nei giorni scorsi verrà interrogato dal pm.

Con gli esami fissati verranno stabilite le cause della morte della bambina; procedura di prassi, anche se non sembrano esserci dubbi sulla dinamica, avvalorata anche dal racconto di alcuni testimoni: Narciso, approfittando di essere rimasto solo in stanza, avrebbe afferrato la bambina, sarebbe salito al secondo piano e l'avrebbe lanciata, per poi buttarsi.

La coppia, residente a Caserta, si trovava in casa della suocera, a San Gennaro Vesuviano; stando a quanto finora accertato il matrimonio era in crisi e l'ultima discussione tra i coniugi c'era stata la sera precedente. La piccola è morta sul colpo, dopo un volo di oltre dieci metri. Lui, agonizzante, è stato soccorso dal 118 e portato d'urgenza al Cardarelli, dove è stato sottoposto ad una operazione chirurgica alla schiena; nella caduta ha riportato numerose fratture, localizzate per lo più agli arti inferiori. Fuori pericolo di vita, resta ricoverato al Cardarelli in prognosi riservata.

Ieri mattina, 16 luglio, si sarebbe dovuto tenere l'interrogatorio per il 35enne ma il pm della Procura di Nola, Gianluigi Apicella, ha deciso di rimandarlo a data da destinarsi dopo un confronto coi medici del reparto: le condizioni dell'uomo sono troppo gravi per sostenerlo. Per il 35enne, iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario aggravato, non è stato emesso nessun provvedimento.

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