“Scampia ha un cuore grande: da anni qui mio figlio autistico si sente a casa”
Una bella storia di solidarietà e di altruismo quella che arriva da Scampia, quartiere della periferia settentrionale di Napoli. La vicenda viene raccontata sul gruppo Facebook "Secondillyanum", che raccoglie testimonianze e storie dalla periferia settentrionale della città, e che in questa occasione riporta la vicenda di Roberto – raccontata dalla mamma – bambino autistico che in un supermercato di Scampia riesce a sentirsi a casa grazie al buon cuore delle persone che ci lavorano.
Chi mi conosce sa quanto è stato difficile per me gestire l'autismo di mio figlio. Grazie a questa patologia sono sempre stata lontano da tutti e da tutto. La mia vita l'ho trascorsa in auto, km e km di strada, perché questo era l'unico rimedio per tenere Roberto tranquillo. Da qualche anno frequento il supermercato MD a Scampia. Ho insegnato a Roby a prendere una busta di patatine così da poterle mangiare mentre io compro qualcosa. Pian piano le cassiere hanno imparato a conoscere il mio bambino, chi ha avuto un morso ,chi un pizzico e chi uno schiaffo. Non mi hanno mai messo in imbarazzo e hanno sempre compreso il suo comportamento. Ci vado quasi tutti i giorni, anche se non devo comprare nulla. Ci vado perché sono a mio agio , perché quelle ragazze hanno creato per me e per mio figlio un ambiente accogliente e familiare. C'è chi lo abbraccia forte forte a se, chi lo bacia lasciando segni di rossetto ovunque e c'è chi lo chiama da lontano mentre sta facendo il conto a qualche cliente: ‘Robè, vieni a salutarmi, m'arraccumann'. Inoltre, stasera mentre gironzolavo tra i reparti si sono presentate con una busta: ‘Signora , abbiamo pensato di fare un regalo a Roberto'. Per un attimo sono rimasta senza parole , poi mi sono commossa e poi niente. Le ho abbracciate, ogni parola sarebbe stata superflua. In quel regalo c'è tutto l amore che forse meritiamo noi mamme ‘autisticate'
"Questi quartieri, Scampia, Secondigliano, Miano, hanno un cuore grande. Sono i gesti che fanno la differenza" conclude il suo racconto, affidato al gruppo "Secondillyanum", la madre del piccolo Roberto.