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Scandalo sul Vesuvio: guide assunte a quasi vent’anni dal concorso

Dopo la morte di una guida classe 1944, la Regione Campania immette in organico un cinquantenne: il concorso era stato bandito nell’ormai lontano 1994. Un posto d’oro quello delle guide: a loro vanno ben 5,50 euro per ogni visitatore del cratere del vulcano.
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Legge regionale per disciplinare le attività professionali turistiche: anno 1986. Indizione del primo concorso regionale per reperire guide vulcanologiche del Vesuvio: 1994 . Conclusione del concorso 1999. Chiamata al lavoro per il signor Paolo Cappelli a seguito dello scorrimento di graduatoria dopo il decesso di una guida: 4 luglio 2016, vent’anni dopo l’avvio dell’iter. Il signor Cappelli, cinquant’anni tra poco, risultò idoneo non vincitore nel 1999. Ha pazientemente aspettato che le guide in servizio morissero o andassero in pensione. Poi è arrivato, finalmente, il suo turno: sarà una guida vulcanologica del Vesuvio, come stabilito dal un decreto ufficiale pubblicato dalla Regione. Questo perché nuovi concorsi per assumere giovani non se ne fanno da anni: più facile, per l’Ente di palazzo Santa Lucia, assumere persone dichiarate idonee anni ed anni fa, anche se, nel frattempo queste sono invecchiate e nella vita hanno fatto, per anni, tutt’altro. Basti pensare che il signor Cappelli ha sostituito il signor Giacomo Erbetta, classe 1944, che invece di starsene in pensione ad una età così avanzata, è morto mentre era ancora in servizio come guida.

Ma cosa fanno le guide vulcanologiche del Vesuvio? Il loro sito web spiega che “Le guide attualmente in servizio presso il Presidio Regionale Permanente Vulcano Vesuvio hanno il compito di perseguire la salvaguardia e l'incolumità degli escursionisti in visita al cratere del Vesuvio. Tale compito è affidato esclusivamente a professionisti iscritti al Collegio Regionale Guide Alpine Vulcanologiche ed in pieno possesso di tutti i requisiti richiesti dalla legge.”

In pratica, le guide vulcanologiche sono le uniche a poter accompagnare i turisti da quota mille metri fino al cratere. Sono appena trentasette: una piccola “casta” in cui è difficilissimo entrare e che si autogestisce. A guardare l’elenco regionale delle guide alpine e vulcanologiche, si nota, poi, la ripetizione degli stessi cognomi. Certo, può essere una mera coincidenza, ma in ogni caso ci sono tre Cefariello, tre Maddaloni, tre Pompilio, addirittura cinque Parlato.

I guadagni non sono pochi: la cosa incredibile è che sui dieci euro di biglietto di accesso, solo un paio vanno all’Ente Parco Nazionale del Vesuvio. Ben 5 euro e cinquanta centesimi vanno alle guide stesse. Facciamo due calcoli. Ogni anno il cratere del Vesuvio ospita mezzo milione di visitatori. Per 5,50 euro a persona fa un incasso totale per le guide di circa due milioni e settecentocinquantamila euro. Diviso per le 37 guide, fa una cifra lorda a persona di oltre 70mila euro annui oltre le mance, rigorosamente in nero.

“Tutto questo mentre le guide autorizzate del Parco Nazionale del Vesuvio, che afferiscono ad un altro albo, si devono cercare i gruppi di visitatori, altrimenti non guadagnano. E, ovviamente, a loro è vietato l’accesso all’area sopra i mille metri” spiega una di loro, che preferisce rimanere anonimo “per evitare grane con le guide vulcanologiche.” La legge regionale “è un disastro” perché “è impossibile che sole 37 guide accompagnino e mettano in sicurezza le visite di mezzo milione di persone. Spesso le guide vulcanologiche aspettano i turisti direttamente sul cratere, danno una breve spiegazione ed il loro lavoro è terminato.”

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