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Scarcerato il killer di Simonetta Lamberti, rabbia della sorella: “Non posso accettarlo”

Scarcerato il killer di Simonetta Lamberti, uccisa ad 11 anni nel 1982. La sorella: “Io non posso accettarlo. Io non arrivo a comprendere come sia possibile questa vergogna”. L’uomo, Antonio Pignataro, ha chiesto tramite l’avvocato la scarcerazione per gravi motivi di salute, essendo colpito da due tumori.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Simonetta Lamberti, vittima innocente di camorra, uccisa ad 11 anni il 29 maggio 1982.
Simonetta Lamberti, vittima innocente di camorra, uccisa ad 11 anni il 29 maggio 1982.

Dolore e rabbia da parte di Serena Lamberti, sorella della piccola Simonetta uccisa nel 1982 per errore durante un agguato di camorra, dopo la notizia che il killer della bambina è stato rimesso in libertà. Antonio Pignataro, oggi sessantaduenne ed ex esponente della Nuova Camorra Organizzata, era già stato assegnato ai domiciliari quattro anni fa, per poi tornare in carcere con l'accusa di associazione camorristica e scambio elettorale politico-mafioso. Ma stavolta il suo avvocato, Antonio Sarno, ha presentato nuovamente istanza di scarcerazione per tornare a casa: Pignataro infatti è stato colpito da due tumori ed ha chiesto così di tornare a casa sua, a Nocera Inferiore, dopo aver lasciato il carcere milanese di Opera e seppur con il divieto di uscire di casa dalle 22 alle 8 del mattino.

Ma a due settimane da quello che sarebbe stato il 48esimo compleanno di Simonetta Lamberti, uccisa quando ne aveva solo undici il 29 maggio 1982, la notizia ha causato molta rabbia nei familiari ed in particolare della sorella Serena. "Tra sedici giorni sarebbe stato il Suo compleanno. Il 21 novembre 2019 sarà l’ennesimo compleanno mancato, l'ennesimo anno di vita non festeggiato insieme a me, ai nostri fratelli, a nostra mamma e a quella che sarebbe stata la sua famiglia, suo marito ed i suoi figli", ha detto la giovane ricordando la sorella, "Io non posso accettarlo. Io non arrivo a comprendere come sia possibile questa vergogna. Tutto ciò non è umanamente accettabile. Io non ci riesco. Perdonatemi", ha concluso la sorella.

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