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Scarcerato Nicola Cosentino: dopo 4 anni torna libero l’ex sottosegretario di Forza Italia

Accolta l’istanza della difesa: revocati gli arresti domiciliari, torna in libertà l’ex leader di Forza Italia in Campania e fedelissimo di Silvio Berlusconi, originario di Casal di Principe. Resta l’obbligo presentazione alla polizia. Cosentino in due anni ha subito quattro condanne, la più grave delle quali a 9 anni di carcere. Gli inquirenti ritengono abbia svolto il ruolo di referente politico nazionale del clan dei Casalesi.
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Dopo 4 anni di carcere e domiciliari torna in libertà Nicola Cosentino, l'ex sottosegretario all'Economia con delega al Cipe del Governo Berlusconi, nonché coordinatore regionale campano di Forza Italia. Cosentino, originario di Casal di Principe (Caserta), conosciuto anche come Nick ‘o mericano, è stato  stato condannato in quattro differenti procedimenti, il più rilevante dei quali gli è costato 9 anni per il reato di concorso esterno in associazione camorristica. Gli inquirenti ritengono che Cosentino abbia svolto il ruolo di referente politico nazionale del clan dei Casalesi.

La decisione della revoca dei domicliari è stata presa su istanza della difesa di Cosentino (gli avvocati sono Stefano Montone e Agostino De Caro) dalla sesta sezione della Corte d'Appello di Napoli. Resta a carico dell'ex sottosegretario forzista l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

"Prendiamo atto con soddisfazione di questa decisione che fa giustizia di una situazione forse unica; da nessuna parte un imputato non ancora condannato definitivamente ha trascorso oltre quattro anni di fila tra carcere e domiciliari". Così commenta De Caro, uno dei due legali dell'ex sottosegretario del Pdl.

Oltre alla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa comminata nel 2016 dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo cosiddetto Eco4, quello per intenderci che tracciava un quadro di asservimento politico-camorristico del Consorzio di comuni che si occupava di rifiuti, Cosentino ha una condana 4 anni di carcere dal tribunale di Napoli Nord, per la corruzione di un agente del carcere di Secondigliano; confermata in Appello. In questo ultimo procedimento sono stati condannati anche la moglie di Cosentino e il fratello della donna. Due le condanne subite invece nel 2017, entrambe al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere: 7 anni e 6 mesi nell'ambito del processo cosiddetto Carburanti, relativo all'azienda della famiglia Cosentino, l'Aversana Petroli, (confiscata), procedimento nel quale subirono condanne anche i fratelli dell'uomo politico, Antonio e Giovanni Cosentino. Infine, 5 anni di carcere nel processo noto come "Il Principe e la scheda ballerina". In quella vicenda cui era imputato per un tentativo di reimpiego di capitali illeciti con l'aggravante mafiosa in relazione al finanziamento da 5 milioni di euro per la costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe, denominato "Il Principe", voluto secondo l'accusa dal clan dei Casalesi, mai realizzato.

Ironia della sorte era proprio in un periodo di forti tensioni elettorali che l'ex sottosegretario conobbe il carcere per la prima volta. Correva l'anno 2013, si era appena insediato il Parlamento e Cosentino – non ricandidato – perse l'immunità. Siccome contro di lui pendevano due ordinanze di carcerazione scattarono subito le manette. Dopo pochi mesi ottenne i domiciliari  ma nel 2014, fu arrestato con i fratelli nell'ambito dell'indagine sull'Aversana Petroli.

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