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Sciopero trasporti Napoli 28 settembre, l’autista Anm: “Ecco perché lo facciamo”

Venerdì 28 settembre le sigle sindacali hanno indetto uno sciopero di 24 ore del trasporto pubblico a Napoli che coinvolgerà i dipendenti di Anm. Uno di loro, Adolfo Vallini, autista di bus e sindacalista, in una lettera aperta su Facebook ha provato a spiegare alla cittadinanza le ragioni che porteranno i dipendenti a scioperare, causando sicuramente disagi agli utenti.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Il prossimo venerdì, 28 settembre, a Napoli le sigle sindacali hanno indetto uno sciopero del trasporto pubblico che durerà 24 ore e che coinvolgerà i dipendenti dell'Anm: probabili disagi, dunque, per la linea 1 della metropolitana, per le quattro funicolari cittadine e per gli autobus, creando come spesso accade notevoli disagi all'utenza. E allora, Adolfo Vallini, autista di autobus per l'Azienda napoletana per la mobilità e sindacalista, in una lettera aperta su Facebook ha provato a spiegare, soprattutto alla cittadinanza, le ragioni che si celano dietro lo sciopero.

Care e cari tutti, sono un conducente di autobus dell'Anm e come tale facile obiettivo di giuste rimostranze a causa dei frequenti disservizi. Vorrei però farvi capire che siamo tutti sullo stesso tram, autobus, vagone della metropolitana e allontanare l'idea che lo sciopero sia uno strumento di comodo per fannulloni. Quando scioperiamo lo facciamo per migliorare il servizio, perché è il nostro lavoro. È per questo che ci battiamo, e per questo che ogni giornata di sciopero a noi costa circa 80 euro, e credetemi se vi dico che per un conducente non è semplice rinunciare a quella cifra . Ma la nostra dignità non ha prezzo" scrive Vallini sul social network.

Poi, Vallini si rivolge direttamente alla cittadinanza, attaccando duramente i vertici dell'azienda e il Comune di Napoli, di cui Anm è partecipata al 100 pecento: "Mi piacerebbe si capisse che noi su quei mezzi vecchi e fatiscenti ci passiamo ore, intere giornate di lavoro. Per voi è un mezzo di trasporto, per noi è il nostro luogo di lavoro. Non è nostra la colpa se siete costretti a viaggiare accalcati come delle bestie e costretti a interminabili attese alle fermate. Non è nostra la responsabilità dei continui tagli alle linee e aumenti delle tariffe ma è di coloro i quali hanno portato il trasporto pubblico in Campania sull'orlo del baratro percependo stipendi d'oro e odiosi superminimi. Bisogna che la battaglia per un trasporto pubblico veda uniti dipendenti e passeggeri indirizzando le giuste ire per chiedere qualità ed efficienza del servizio. Prima di prendersela con chi sciopera c’è da puntare il dito verso chi governa l’azienda. A cominciare dall’azionista principale: il Comune.

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