Scomparsi in Messico, ecco la prova che la polizia è controllata dai narcos

Il tempo che passa senza alcuna notizia incoraggiante, ma soprattutto il contesto, sul quale emergono particolari sempre più inquietanti, fanno diminuire ogni giorno la possibilità di ritrovare Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi a Tecalitlan, in Messico, ormai dal 31 gennaio del 2018. Proprio nella puntata di ieri sera, la trasmissione di Rai Tre "Chi l'ha visto?", è tornata ad occuparsi del caso: nel corso della serata è stato dimostrato come, nel Paese del Centro America, molto spesso la polizia sia al soldo dei cartelli del narcotraffico, che in alcune zone del Messico la fanno da padroni. Non a caso, quattro poliziotti della polizia locale sono accusati di aver "venduto" i tre napoletani, per una cifra irrisoria (circa 43 euro) ad un signore della droga.
Durante la puntata è stata mandata in onda l'intercettazione di una telefonata tra il capo della polizia di Guadalajara, città capoluogo dello Stato di Jalisco, del quale fa parte anche Tecalitlan, e un signore della droga locale, tale Mencho. Al telefono, il narcos urla e minaccia: "Fai calmare i tuoi uomini di merda altrimenti ti spacco la faccia. Qui i colpi partono come niente. Falli ritirare perché tutti prendono i soldi". All'altro capo della cornetta, il capo della polizia è completamente remissivo: "Stia calmo signore. Mi scusi" risponde il funzionario.