Ma Secondigliano è o non è Napoli? I residenti spesso dicono «scendo a Napoli» indicando il centro storico e autorelegandosi ad area ‘staccata' dalla città. Secondigliano e Scampia hanno come marchio identificativo immagini forti, dirompenti, condivise migliaia di volte in altrettante migliaia situazioni: un lenzuolo su un cadavere, le luci dei lampeggianti di polizia e carabinieri che si stagliano in notti di faide di camorra, il cemento indistruttibile delle Vele, l'asfalto bucherellato del corso Secondigliano. E tutt'intorno palazzi, un dedalo di strade popolosissime, un riferimento amministrativo locale quanto meno singolare, basti pensare che Secondigliano e Scampia, attaccate, non appartengono alla stessa Municipalità comunale, affidato alle mobilitazioni di piazza piuttosto che alle voci, ormai sempre più isolate, dei consiglieri comunali e di quelli di quartiere.
Secondigliano è Napoli. Quasi tre chilometri quadrati di superficie; all'ultimo censimento (2011) 46.569 residenti, quattro volte il comune di Arcore, quattro volte il comune di Sorrento, tanto per citare località note ai più. Il degrado è su molti livelli. Le questioni macroscopiche riguardano ovviamente i gruppi criminali che nella zona spadroneggiano e ne fanno zona di frontiera. Poi l'inquinamento che coi roghi tossici nelle zone più di Scampia che di Secondigliano fa di quell'area della periferia Nord di Napoli il primo triste avamposto della "Terra dei fuochi" . L'altro livello è invece comune a molte altre zone della città: servizi di trasporto assolutamente insufficienti a servire un quartiere-dormitorio da cui gli spostamenti per motivi di lavoro e studio rappresentano un problema impressionante e quotidiano; tutela e manutenzione ordinaria e straordinaria dell'arredo urbano e delle zone verdi inesistente, spazzamento e manutenzione delle strade mai vista se non in casi eccezionali. Questioni che vedono come primo imputato il Comune di Napoli. Per questo motivo la rabbia che ciclicamente torna a riaffiorare come acqua in un calderone bollente ora ha raggiunto nuovamente i livelli di guardia: venerdì 28 novembre serrata dei commercianti con negozi chiusi e luci spente «in segno di protesta – così recita il volantino già affisso da numerosi esercizi commerciali – per il totale abbandono e degrado in cui ormai da anni versa il nostro quartiere». Seguirà «marcia pacifica» dal Quadrivio di Secongiliano, teatro il 23 gennaio del 1996 di una esplosione di gas che causò una strage, fino a piazza Capodichino.