Tina Rispoli, la moglie del defunto boss di camorra Gaetano Marino, oggi sposata col neomelodico Tony Colombo, non può e non deve rappresentare "le donne" di Secondigliano. Ne sono convinti i ragazzi dell'associazione Larsec che dal 2004 opera sul territorio senza arretrare di un millimetro sui temi della legalità e dell'orgoglio del lavoro faticato e onesto. E così, visto che l'area Nord non ha opere di street art, ci hanno pensato i giovani del Larsec a proporla: «Ovunque ti giri a Napoli oggi c’è un’opera di street art – spiegano -. Ospedali, grattacieli e palazzine popolari: negli ultimi anni Comune e Regione hanno finanziato moltissimi progetti inerenti la rigenerazione urbana che comprendeva, appunto, anche opere di street art. Ovunque fuorché a Secondigliano, quartiere popolare di 50mila abitanti che, nell’immaginario collettivo, dopo l’associazione a Gomorra, è diventato il quartiere di Tony Colombo e di sua moglie Tina Rispoli".
Questa strana connessione tra assenza di arte di strada e il fatto che il personaggio più famoso del quartiere fosse la moglie di un neomelodico, vedova di un boss, ha portato i giovani e meno giovani all’idea di avere sulla porta dell'associazione, che peraltro vive a due passi dall'ex quartier generale del clan, una figura femminile che facesse da contraltare a quella della signora Colombo. Di chi si tratta? Di Ria Rosa, la prima protofemminista napoletana, che sarà dipinta dall'artista Yele.
Perché Ria Rosa? Spiegano al Larsec: «Perché era una cantante napoletana, molto conosciuta anche a New York, che seppe dare voce all’indipendenza femminile con una leggerezza disarmante, molto lontana dal cliché della femminista che possiamo avere oggi. Ria Rosa fu la prima artista italiana al mondo a salire su un palco vestita da uomo, a sfidare il regime fascista con sagacia e la prima a cantare di tematiche sensibili come quella delle ragazze madri napoletane e degli emigranti. La scelta di Ria Rosa è quindi un modo per dire alle tante ragazze di Secondigliano che ci sono figure, magari oggi poco conosciute come Ria Rosa, che hanno fatto la storia senza essere necessariamente “la moglie di”o “l’amante di”, ma anche per dire al resto di Napoli e di Italia che Secondigliano non è solo neomelodici e vedove di camorra».