Selfie-choc sul luogo dell’omicidio del 18enne Vincenzo Amendola
La fotografia dell'orrore è un qualcosa cui siamo abituati, dall'Avetrana del caso Misseri-Scazzi alla Perugia di Meredith, Sollecito e Amanda Knox. È accaduto, ieri, anche a Napoli dove le fotocamere dei cellulari si sono accese per fotografare il luogo dell'orrore, quello dell'omicidio di Vincenzo Amendola, 18 anni, ammazzato come un boss, con due colpi di pistola in faccia e seppellito poco distante casa sua, in un terreno agricolo nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli. Per il suo omicidio è in stato di fermo un suo amico, il 23enne pregiudicato Gaetano Nunziato.
"Per noi educatori è una sconfitta; questo è il risultato di modelli sbagliati che si offrono quotidianamente ai nostri ragazzi" commenta don Luigi Merola, prete anticamorra, parlando dei dei selfie dal luogo della morte. "Da quei giovani non un selfie, mi sarei atteso una preghiera per la vittima".
Lunedì udienza di convalida dell'accusato Gaetano Nunziato
Lunedì prossimo si terrà udienza di convalida del decreto di fermo nei confronti di Gaetano Nunziato, il 23enne, accusato di avere ucciso con un paio di colpi di pistola al viso e poi sepolto l'amico. Nunziato è accusato di omicidio aggravato dal metodo mafioso, detenzione di arma ed occultamento di cadavere. L'assassinio sarebbe avvenuto tra il 4 e il 5 febbraio, nel luogo dove poi è stato trovato il cadavere del giovane.