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Selfie e chat dal carcere minorile: così i baby boss continuavano a comandare

Antenne wi fi, telefoni cellulari e stupefacenti ritrovati nel carcere minorile di Airola (Benevento). Gli indagati si servivano di post e selfie su Facebook per “confermare e rafforzare la posizione di baby boss dell’hinterland napoletano”.
A cura di Valerio Renzi
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La vicenda era emersa questa estate, quando un sindacato di polizia ha denunciato le foto e i commenti che i giovanissimi detenuti postavano su Facebook da dentro il carcere minorile di Airola, in provincia di Benevento, nonostante fossero sottoposti a precise restrizioni per comunicare con l'esterno.

Nel corso di una perquisizione disposta dalla procura di Benevento gli agenti hanno trovato droga, una scheda dati per smartphone e tre antenne per captare il segnale wi fi. Rinvenute anche diverse dosi di droga. Secondo l'accusa, grazie all'utilizzo dei social network non solo i giovanissimi detenuti potevano comunicare con l'esterno, ma si servivano delle foto e dei post pubblici per " confermare e rafforzare la posizione di baby boss dell'hinterland napoletano".

Cinque giovani detenuti sono così stati accusati di ricettazione, per la presenza dei cellulari. "Dai preliminari accertamenti eseguiti dagli informatici del Nic è stato rilevato che le connessioni Wi Fi sono avvenute grazie ad una serie di hot spot gratuiti e privi di password, tra i quali anche il Wi Fi Free in uso nel comune di Airola", si legge ancora nel dispositivo di accusa.

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