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Covid 19

Senzatetto contagiato dimesso dall’ospedale prima dell’esito del tampone: in strada per giorni

Un senzatetto, positivo, è rimasto per diversi giorni in strada, potenziale veicolo di contagio. Era stato dimesso dal San Giovanni Bosco prima dell’esito del tampone e successivamente, a risultato noto, avevano tentato di ricoverarlo ma non trovando posti lo avevano riportato in strada. E ci è rimasto finché l’Unità di Strada non lo ha rivisto e ha avvisato la Polizia Municipale e quindi il 118.
A cura di Nico Falco
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Sottoposto al tampone, dimesso in attesa dell'esito. Come prevede il protocollo, quando il sospetto contagiato non ha sintomi. Ma è successo anche con chi quella raccomandazione di isolamento domiciliare non può seguirla perché una casa non ce l'ha: il protagonista di questa storia è un senzatetto tunisino, che era stato ricoverato in ospedale per dei problemi di salute che non hanno a che fare col coronavirus. Lo hanno dimesso, poi hanno scoperto che era positivo. Quindi lo hanno rintracciato, hanno provato a sistemarlo in una struttura ma non c'era posto. E così, incredibilmente, lo hanno rimesso in strada, nonostante gli asintomatici possano essere portatori di contagio. Fino a quando, dopo una successiva segnalazione, non lo hanno prelevato di nuovo e finalmente ricoverato. Una storia che appare tutta da chiarire, e che, a quanto risulta, mostra delle gravi falle nel sistema di gestione dei contagi.

L'uomo è stato rintracciato, per la seconda volta, martedì 14 aprile, dalla Polizia Municipale, avvisata dall'Unità di Strada per i senza fissa dimora. Era in condizioni igieniche precarie davanti a un supermercato di via Casanova, nel quartiere Vasto, nel centro di Napoli. Inconsapevole di essere risultato positivo. È stato caricato su un'ambulanza che lo ha portato al Cotugno. Era oggetto di una nota di rintraccio, ovvero era stato segnalato come persona da ricercare in quanto si era allontanato da un ospedale cittadino prima dei risultati dei testi. Questo però è l'ultimo capitolo, quello che non torna è tutto l'antefatto. A cominciare dal motivo per cui l'uomo era in strada: non si era allontanato, come segnalato nella nota, ma era stato semplicemente dimesso.

Era stato ricoverato qualche giorno fa al San Giovanni Bosco per dei dolori addominali ed era stato sottoposto al tampone per verificare il contagio da coronavirus; una prassi, nonostante non presentasse sintomi. Successivamente, sempre come come prevede il protocollo, era stato dimesso: per i pazienti asintomatici o pauci sintomatici non viene disposto il ricovero ma l'isolamento fiduciario domiciliare in attesa dell'esito del tampone. Prassi che non prevede a quanto pare eccezioni, nemmeno quando il paziente sospetto contagiato è un senzatetto e quindi, per definizione, una casa dove rimanere in isolamento non ce l'ha. Nel frattempo, qualcuno lo ha visto in strada e, notando le condizioni di indigenza, ha fatto circolare dei video facendo nascere intorno a lui una gara di solidarietà.

Dopo qualche giorno è arrivato il risultato del tampone: positivo. L'uomo è stato rintracciato nei pressi di via Casanova dall'Unità di Strada, lo hanno riconosciuto nei video girati e diffusi per aiutarlo. È intervenuta una ambulanza e l'uomo è stato portato in un ospedale dell'Avellinese, dove però c'è stato un altro intoppo: senza una documentazione ufficiale dell'Asl che attestasse la positività, non era possibile ricoverarlo in un reparto con altri pazienti Covid accertati. A quel punto sarebbe stato portato anche in un'altra struttura di Benevento ma anche lì non ci sarebbero stati posti disponibili. E così lo avrebbero riportato davanti al supermercato, dove è rimasto fino al giorno successivo, quando l'Unità di Strada per i senza fissa dimora non lo ha visto di nuovo e ha chiamato la Polizia Municipale. L'uomo è stato ancora una volta caricato in ambulanza e quindi trasportato al Cotugno, per poi essere ricoverato all'Ospedale del Mare.

L'anomalia nella gestione si evince anche da un documento che il Servizio Sociale del San Giovanni Bosco ha inviato alla direzione sanitaria dell'ospedale napoletano. "In data 3 aprile – si legge nella relazione – questo Servizio è stato contattato dal Responsabile dell'UOC di Chirurgia d'Urgenza per segnalare la presenza di un paziente extracomunitario senza fissa dimora. Non è stato assolutamente riferito che al soggetto era stato fatto il 31 marzo il tampone e che si era in attesa del risultato, cosa che non deve mai più ripetersi in quanto lo avremmo collocato in una struttura di prima accoglienza insieme ad altri soggetti senza fissa dimora".

Il fatto che l'uomo fosse stato dimesso viene confermato dalla relazione, che specifica che il 7 aprile, "il Servizio Sociale ha nuovamente interpellato la Polizia di Stato perché il paziente era in dimissione", in quanto la sua identità non era stata ancora accertata. L'8 aprile, quando è arrivato il risultato del tampone, "abbiamo richiamato sia l'Help Center che il Consolato", quest'ultimo sempre per gli accertamenti sulle generalità, e "inoltre il Responsabile dell'UOC ha informato la Polizia di Stato tramite pec per ricercare il paziente".

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