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Il cardinale Sepe denunciato al Papa: “Ha coperto un prete pedofilo, sia rimosso”

Mercoledì arriverà a Napoli lo stato maggiore della Conferenza Episcopale Italiana: il cardinale è nei guai.
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A due giorni dall’arrivo a Napoli dello stato maggiore della Conferenza Episcopale Italiana per un grande evento dedicato al Mezzogiorno, al lavoro ed ai giovani, il cardinale Crescenzio Sepe si trova coinvolto in uno scandalo. Sono da tempo note, infatti, le accuse di Diego Esposito a Sepe, colpevole, a suo dire, di aver protetto un sacerdote pedofilo. Quello che è emerso nelle ultime ore è che Esposito ha portato la sua denuncia fino a Papa Francesco, a cui ha scritto lo scorso ottobre, come riporta Repubblica.

“Con la presente lettera intendo denunciare il cardinale Crescenzio Sepe per grave negligenza nell'esercizio del proprio ufficio” ha scritto Esposito in una missiva indirizzata anche al prefetto della Congregazione per i vescovi, cardinale Marc Ouellet. Le nuove norme vaticane, fortemente volute da Papa Francesco stabiliscono che i vescovi colpevoli di aver insabbiato casi di abusi da parte di sacerdoti devono essere rimossi: per questo la storia assume nuova rilevanza anche se ormai tristemente nota.

Esposito racconta di essere stato abusato, dai 13 ai 17 anni, da don Silverio Mura. Avendolo denunciato a distanza di oltre vent’anni, quando ormai Diego era adulto, sposato e con figli, il reato si è prescritto, ma Esposito ce l’ha soprattutto con la Chiesa, che non avrebbe mai preso alcun provvedimento contro don Silverio. Esposito ha chiesto più volte di incontrare il cardinale Sepe, senza essere mai ricevuto. Dopo aver scritto una prima volta a Papa Francesco, nel 2014, viene convocato in Curia per essere ascoltato, ma non succede nulla.

Tutto questo, nonostante altre vittime di don Silverio si siano fatte avanti per dire che il sacerdote aveva molestato anche loro quando erano ragazzini. Nel frattempo, il sacerdote non solo non è stato sospeso a divinis, ma ha continuato a dire messa e a lavorare presso scuole pubbliche come insegnante di religione. Quando il caso, però, ha assunto rilevanza mediatica, don Silverio è sparito dalla diocesi partenopea Napoli, diventando irreperibile. Lo trova, tre mesi fa, l’associazione Rete L’Abuso, dei veri e propri “cacciatori di pedofili”. Don Silverio, si scopre, è stato inviato dalla Curia di Napoli in Umbria, in una casa di cura dove riceve assistenza psicologica e dove gli è vietato stare a contatto con bambini e ragazzi.

E il cardinale Sepe, che tra due anni si ritirerà per raggiunti limiti di età e lascerà la guida dell'arcidiocesi napoletana? Le sue posizioni contro la pedofilia sono nette, nettissime. Nel 2009, commentando lo stupro di un dodicenne disse che si trattava di atti animaleschi che umiliano l'uomo e una sconfitta per tutti noi” facendo appello alla “sensibilità' di tutti affinché simili gesti non vengano più a ripetersi, nè a Napoli ne' altrove”.  

Sul caso di don Silverio Mura, però, non ha mai pronunciato una parola fino ad oggi. Poco fa, infatti, il suo portavoce ha rilasciato un comunicato in cui si spiega che la Curia avrebbe fatto tutti i controlli del caso dopo la denuncia di Diego Esposito e prova a ribaltare la situazione. Nel 2014, quattro anni dopo le prime denunce della presunta vittima, "su indicazione della Congregazione per la Dottrina della Fede, è stato chiesto" ad Esposito "di sottoporsi a una perizia psichiatrica, affidata ad un neuropsichiatra specializzato in psicologia forense, vittimologia e criminologia, qualificato per la cosiddetta ‘ricostruzione della memoria testimoniale'. Purtroppo non è stato possibile espletare tale perizia per il rifiuto del periziando."

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