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Sepe supera l’ostacolo pedofilia, il Papa lo conferma all’Arcidiocesi di Napoli

Il cardinale avrebbe dovuto lasciare la diocesi a giugno, al compimento dei 75 anni. Papa Francesco, invece, gli ha chiesto di rimanere a Napoli “almeno altri due anni”.
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La decisione di papa Francesco è arrivata un po’ a sorpresa: il cardinale Crescenzio Sepe otterrà una proroga e potrà restare arcivescovo di Napoli per “almeno altri due anni”. La notizia è stata fatta trapelare dallo stesso Sepe, mentre in Vaticano come nel capoluogo partenopeo ci si preparava già alla sua successione ed era pure partito il totosostituto. Invece no: l’inscalfibile Sepe non si muoverà da Napoli nonostante il prossimo 2 giugno compirà i 75 anni, età che prevede le dimissioni obbligatorie dall’incarico.

Papa Francesco ha lasciato tutti, ancora una volta, carichi di meraviglia. Durante un colloquio riservato, ha chiesto a Sepe di restare al suo posto. Il prelato napoletano, che mirava proprio a questo,  rimasto molto soddisfatto. Nei giorni precedenti erano circolate voci che volevano la messa in pensione di Sepe come cosa praticamente scontata. Su di lui grava, tra l’altro, l’accusa di aver coperto almeno un sacerdote pedofilo. Un’accusa mai provata e al quale Francesco ha fatto capire di non credere affatto. Così, Sepe non si muoverà da largo Donnaregina almeno fino al 2020, con buona pace di tutti i suoi amici, a Roma e a Napoli.

Sepe è figura da tempo "chiacchierata". Noto per le sue omelie al limite del bizzarro e per la sua presenza a tutti i più importanti party cittadini, è entrato nel cuore della gente per il suo stile semplice e diretto. Tuttavia, nel corso della sua carriera ecclesiastica ha affrontato diversi scandali, l’ultimo dei quali è proprio quello legato alla presunta copertura di don Silverio Mura. Grande organizzatore del Giubileo del 2000, Giovanni Paolo II lo premiò creandolo cardinale e dandogli la guida della potente e ricchissima Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. La sua gestione della Congregazione spinse Benedetto XVI ad allontanarlo da Roma, spedendolo alla guida dell’arcidiocesi partenopea.

Nel 2010 Sepe fu iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Perugia per aver concesso all’ex ministro dei trasporti Pietro Lunari alcuni appartamenti di proprietà della Congregazione a prezzo di favore in cambio di alcuni lavori al lussuoso palazzo della Congregazione stessa in piazza di Spagna a Roma. Nel 2001 Sepe nominò il dirigente pubblico Angelo Balducci, gentiluomo di Sua Santità, consultore della Congregazione: diverse inchieste giudiziarie hanno svelato intrecci di potere tra il burocrate ed il cardinale. Nel 2014 l’ex sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, arrestato per aver favorito la camorra casertana, svelò di aver assunto due nipoti del cardinale su richiesta dello stesso Sepe.

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