Sequestro Cirillo, parla la sorella di Raffaele Cutolo: “Tutti i politici venivano da mio fratello”
A quasi 38 anni dal sequestro di Ciro Cirillo, assessore all'Urbanistica della Regione Campania e già governatore della Giunta regionale, il giornalista Sandro Ruotolo – a cui ieri è stata revocata la scorta affidatagli dopo le minacce ricevute dal boss dei Casalesi Michele Zagaria – prova a ricostruire, per Fanpage.it, i tanti misteri che gravitano ancora intorno alla vicenda. Cirillo, rapito dalle Brigate Rosse, venne liberato dopo 89 giorni, in una trattativa nella quale pare abbia avuto un ruolo fondamentale il boss della Nco Raffaele Cutolo. Ruotolo è andato a parlare con Rosetta Cutolo, sorella del "professore", che ai microfoni di Fanpage.it dice: "Erano tanti i politici che venivano da mio fratello". Ci sarebbe stata, dunque, una trattativa tra lo Stato e la camorra di Cutolo per la liberazione dell'assessore della Democrazia Cristiana.
Il sequestro e la liberazione di Ciro Cirillo
Il 27 aprile del 1981, l'assessore Ciro Cirillo viene rapito da un commando di 5 appartenenti alle Brigate Rosse nel garage della sua abitazione in via Cimaglia, a Torre del Greco, nella provincia di Napoli. Durante il sequestro, il commando delle Br apre il fuoco, uccidendo il maresciallo della Polizia di Stato Luigi Carbone e l'autista Mario Cancello, che fanno parte della scorta di Cirillo: il suo assistente, Ciro Fiorillo, viene invece gambizzato. La politica e i servizi segreti intavolano subito una trattativa, a cui avrebbe dunque partecipato anche la Nuova camorra organizzata di Cutolo, per liberare l'assessore della Democrazia Cristiana. Dopo il pagamento di un riscatto di un miliardo e 450 milioni di lire, dopo 89 giorni di prigionia, il 24 luglio del 1981 Cirillo viene liberato in un palazzo in abbandono in via Stadera, a Napoli.