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La storia di Sergio, l’ex marittimo che vive in un sottoscala abbandonato e discriminato

Fanpage.it racconta la storia di Sergio, l’ex marittimo che vive in un sottoscala abbandonato e discriminato: via alle donazioni per aiutare l’uomo che vive in una cantina dallo scorso 2 ottobre, ovvero da quando è stato cacciato di casa. Questo nonostante Sergio sia un invalido civile, a causa di un incidente sul lavoro.
A cura di Gaia Martignetti
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Esiste una cantina, poco lontano da Napoli, dove diritti e dignità si sono fermati. Qui vive Sergio, a Monte di Procida, tra topi e nessuna assistenza. La sua storia, Fanpage.it l'ha raccontata pochi giorni fa, nel luogo dove quest'uomo di 57 anni vive. Una situazione incredibile perché a Sergio manca tutto. Un bagno che possa definirsi tale; di giorno usa una fogna, di notte, per paura perché anche la corrente elettrica per lui è un lusso, utilizza invece un secchio per i suoi bisogni. In queste condizioni vive dal 2 ottobre, da quando, come racconta, è stato cacciato di casa, nonostante sia invalido civile, a causa di un incidente sul lavoro.

Sergio, durante l'intervista rilasciata a Fanpage.it
Sergio, durante l'intervista rilasciata a Fanpage.it
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Perché Sergio, come tutte le persone che vivono grandi e gravi difficoltà, non è certamente nato in queste condizioni. Un tempo era un marittimo, ha visto il mondo prima del suo incidente e prima di scoprire, proprio "attraverso" quell'infortunio, un'interminabile lista di patologie gravi, che richiederebbero continua assistenza e condizioni di vita migliori. Eppure Sergio racconta di essere stato cacciato di casa perché omosessuale. Negli anni sarebbe stato vittima di omofobia tra le mura domestiche, arrivando a sporgere anche denuncia alle forze dell’ordine. Nessuno, prima della denuncia di Fanpage.it e dell’Arcigay di Napoli, si era occupato della sua situazione. C’erano gli assistenti sociali, racconta l’ex marittimo, ma viveva ancora lì, in quel sottoscala dove probabilmente neanche i topi vorrebbero stare. “Il mio unico amico è un topo", racconta Sergio, "l’ho chiamato Auricchio”. E forse, proprio quel topo, suo unico amico, lo ha anche morso a un braccio. In suo soccorso è arrivato Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli che lo ha immediatamente portato in ospedale e che sta cercando di aiutarlo in ogni modo possibile. Trovandogli una casa quanto prima ad esempio. Proprio per questo, un giorno fa, è stato lanciato un progetto di crowdfunding per aiutarlo tramite la piattaforma produzioni dal basso. “Vogliamo che questo sia un modo per aiutare Sergio, non è ovviamente una soluzione definitiva, ma ci sono emergenze di carattere abitativo che richiedono un intervento immediato” spiega Sannino. Proprio per questo, come si legge sul sito Produzionidalbasso.com, “Per coloro che sentissero di voler contribuire alla raccolta, nelle loro possibilità, potete mandare un piccolo contributo all'IBAN IT18N0335901600100000002816 , intestato a Comitato Provinciale Arcigay Antinoo di Napoli, Causale Sergio Siamo Con Te . Il denaro raccolto sarà interamente gestito per aiutare Sergio in questa fase di emergenza”. Eppure, a poche ore da questo annuncio lanciato nel mondo del web, che tanto si era indignato per le condizioni in cui vive Sergio, nessuno aveva donato neanche un euro.

Le donazioni per Sergio, ferme a zero euro.
Le donazioni per Sergio, ferme a zero euro.

Via alle donazioni per aiutare Sergio

Ecco perché, mentre l’Arcigay continua la sua lotta, non lasciando Sergio da solo e accompagnandolo dal sindaco, che proprio in un’intervista rilasciata a Fanpage.it aveva promesso soluzioni “ad horas” per questa situazione, abbiamo deciso di donare noi di Fanpage.it i primi 100 euro, consapevoli che serve ben altro per aiutarlo.

La nostra donazione per Sergio, pochi minuti dopo.
La nostra donazione per Sergio, pochi minuti dopo.

Come aveva scritto Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli poche ore dopo la denuncia sulle condizioni in cui vive Sergio, “il clamore serve? certo che serve, bisogna urlare se tutto tace. L'indignazione è necessaria, la vergogna è necessaria, ma ora più che mai la famiglia, i cittadini e le cittadine di Monte di Procida, il Sindaco e le istituzioni, devono prima fare un profondissimo mea culpa, chiedere scusa a Sergio e ridare immediatamente a questa persona tutto ciò che gli è stato tolto con disumanità e crudeltà. Ci giochiamo tutti un pezzo della nostra umanità in questa triste storia di solitudine e nessuno ha il diritto di sentirsi esente da colpe, nessuno”. Speriamo quindi che questo possa essere solo l'inizio di un aiuto dal basso, concreto, che permetta a Sergio di riavere diritti e dignità.

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