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Si pente il boss Panaro, braccio destro di “Sandokan”

Il fedelissimo di Francesco Schiavone, a capo del clan dei casalesi negli anni Ottanta e Novanta inizia a collaborare con la magistratura. Stamattina la sua famiglia è stata trasferita in un luogo protetto in attesa dell’inizio del protocollo di collaborazione.
A cura di An. Mar.
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Alla fine ha capitolato. Nicola Panaro, padrino del clan dei Casalesi e fedelissimo di Francesco Schiavone, detto "Sandokan" ha deciso di collaborare con la giustizia. Nessun segreto per ora, nessuna rivelazione determinante sono usciti dalla bocca del braccio destro del capoclan, appare ormai evidente però la volontà di iniziare a cooperare con la magistratura, forse in vista di uno sconto di pena o in considerazione di possibili ritorsioni nei confronti della famiglia rimasta fuori dalla mura del carcere. E infatti, alle prima luci dell'alba, proprio i familiari del boss di Casal di Principe sono stati prelevati dagli uomini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli dall'abitazione a San Cipriano d’Aversa, nel Casertano, e trasferiti in un luogo sicuro.

Il primo passo per un futuro diverso per l'ex superlatitante catturato nel 2010 a Lusciano e condannato due mesi fa dai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere a scontare 30 anni di detenzione per l'omicidio di Giuseppe Gagliardi. Condanna emessa. La testimonianza del gregario di Sandokan – anche lui in carcere, sotto il regime del 41 bis –  potrebbe essere determinante rispetto alla vicenda degli appalti per il Piano per l'insediamento produttivo a Lusciano e dell'area Ex Texas di Aversa, nella provincia casertana.

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