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Si spacciava per la sorella di Raffaele Cantone: avvocatessa arrestata per truffa

Una truffa quasi incredibile: per mesi una avvocatessa di Cervinara (Avellino) fa credere a ignare vittime di essere la sorella di Raffaele Cantone, capo dell’Autorità Anticorruzione e di poter intercedere su compravendite immobiliari e sentenze. Le vittime credono ciecamente alla donna per mesi, fino a quando non fanno l’unica cosa che sarebbe stata necessaria: una ricerca su Google.
A cura di Redazione Napoli
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Si spacciava per la sorella di Raffaele Cantone, il magistrato campano oggi a capo dell'Anac, l'Autorità anticorruzione italiana. Come? Sfruttando una omonimia nel cognome. Lei, Maria Virginia Cantone, classe '65, di Cervinara (Avellino) professione avvocato, è stata arrestata in flagranza di reato per truffa aggravata. Motivo? I carabinieri di Foggia, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, l'hanno fermata subito dopo aver ricevuto una busta contenente del denaro contante da due delle cinque sue vittime foggiane. Denunciate a piede libero per il concorso nella commissione del reato altre due persone, un 58enne disoccupato e una pensionata 70enne. Le vittime della truffa, nel marzo dello scorso anno, erano state avvicinate dalla Cantone in un cantiere edile in provincia di Campobasso, dove erano in costruzione alcune abitazioni, una delle quali era stata da loro acquistata. Il legale, aveva fatto credere loro che la società che era impegnata nei lavori e che aveva venduto l'appartamento fosse sull'orlo del fallimento e che loro, quindi, stessero per rimanere senza nulla in mano. Tutto falso. A quel punto, dopo l'amaro il dolce: lei stessa si era offerta per tutelarli nei loro interessi contro la ditta, assicurando che il fatto di essere la sorella di Raffaele Cantone, magistrato noto per il suo impegno contro la camorra e per essere il Presidente dell'Autorità Anticorruzione, le riservava normalmente un trattamento di riguardo in tutti i Tribunali d'Italia. Era così iniziato un rapporto basato sulla fiducia e la gratitudine per aver evitato una truffa, proseguito poi con uno scambio reciproco di atti di Tribunale e denaro per proseguire la causa. Le vittime però, non "addette ai lavori", non si erano mai rese conto che i documenti ricevuti ad un occhio esperto sarebbero subito apparsi palesemente falsi, né avevano trovato "strano" che il loro legale volesse essere compensata con denaro contante, e senza nemmeno rilasciare alcuna ricevuta di pagamento. Al contrario, la coppia, sempre convinta di essere "in buone mani", aveva esteso il rapporto con la Cantone a vera e sincera amicizia, senza accorgersi che questa, frequentandoli, era entrata in contatto con altri loro amici, riuscendo a raggirare anch'essi, persuadendoli fraudolentemente di necessitare di un'abile tutela legale.

Addirittura, l'avvocato/truffatrice era riuscita a convincere una coppia dell'inadeguatezza di un risarcimento ottenuto a seguito di un'accertata negligenza di alcuni medici che aveva provocato una disabilità al figlio durante il parto, facendosi affidare un apposito mandato per rivederne l'ammontare. Nella trappola diabolica era caduta anche un'anziana parente di questi ultimi. A tutti l'avvocato Cantone ha, nel tempo, fornito false sentenze che li vedevano destinatari di rimborsi, risarcimenti, diritti reali e quant'altro, che le sono state, da tutti, corrisposte con denaro contante o sotto forma di assegno, come parcella, piuttosto che come rimborsi di spese legali e di altra natura, o per la prosecuzione delle cause così brillantemente avviate. Sempre, però, senza il rilascio di alcuna ricevuta. Il tutto è proseguito fino ad una decina di giorni fa, quando i coniugi per primi caduti nella rete, insospettiti dal fatto che a tante rassicurazioni e vittorie non corrispondesse la possibilità di incassare alcunché, hanno digitato il nome della loro "salvatrice" in internet, scoprendo amaramente di essere stati raggirati. Della denuncia, presentata presso il Comando dei Carabinieri della Stazione Principale, è stato immediatamente informato il Pubblico Ministero della Procura di Foggia, che ha colto immediatamente la gravità della vicenda e, assieme ai Carabinieri, ha immediatamente disposto una serie di accertamenti, approfondimenti e verifiche anche bancarie che hanno permesso di inchiodare l'avvocato Cantone alle proprie responsabilità. L'ingordigia del legale ha poi fatto il resto: la truffatrice, infatti, nei giorni scorsi ha nuovamente contattato la coppia, pretendendo con un pretesto il versamento in contanti di ben 14mila euro, preparandosi da sola, di fatto, la trappola.

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