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Sigilli alle aziende dei Fabbrocino, stop al pizzo del cemento

L’operazione della DIA di Napoli ha posto sotto sequestro società e beni per 5 milioni di euro riconducibili al clan Fabbrocino della zona vesuviana. Riscuotevano le estorsioni attraverso il monopolio del mercato del calcestruzzo.
A cura di Angela Marino
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Colpo al clan Fabbrocino. La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ha sequestrato all'alba di stamane beni per 5 milioni di euro riconducibili alle attività del clan Fabbrocino, noto cartello criminale dell'area vesuviana. L'Antimafia ha sequestrato tre società per la produzione di calcestruzzo legate a Giovanni Fabbrocino, arrestato lo scorso marzo e figlio del capoclan Mario Fabbrocino detenuto in regime di carcere duro e condannato per l'omicidio di Roberto Cutolo. Le ditte sono la Gifra Srl di Saviano (Napoli), la Raf srl di Scafati (Salerno) e la G.F. srl di San Giuseppe Vesuviano (Napoli).

L'operazione di oggi ha posto fine al monopolio della produzione di calcestruzzo nell'area dei paesi vesuviani detenuta dalla famiglia Fabbrocino che, attraverso le proprie società, imponeva alle imprese edili operanti nella zona l'acquisto dei propri materiali. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti attraverso la vendita di calcestruzzo i Fabbrocino mascheravano le attività estorsive di cui erano vittime le piccole aziende della zona. Il clan imponeva alle imprese un prezzo gonfiato del calcestruzzo in modo da riscuotere le estorsioni mascherandole come pagamento per la fornitura di calcestruzzo.

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