Smacco a de Magistris: il bus anti-gender fa tappa a Napoli nonostante il divieto
Momenti di tensione stamattina in piazza Trieste e Trento per la presenza del Bus della Libertà, promosso da CitizenGo e Generazione Famiglia, associazioni accusate di “transfobia” dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che ieri aveva ritirato un’autorizzazione già concessa all’iniziativa.
Un centinaio le persone presenti all’evento, che aveva come slogan “I bambini sono maschi, i bambini sono femmine” e che hanno creato un vero e proprio cordone di protezione attorno al pullman. Il bus è poi ripartito alla volta di Roma, dove domani farà un'altra tappa del suo tour italiano. Dure contestazioni da parte dei centri sociali, mentre decine di poliziotti cercavano di evitare possibili scontri.
Obiettivo della manifestazione era quella di rendere note le posizioni delle associazioni che contrastano la cosiddetta “ideologia del gender”. Gli organizzatori hanno inteso rivendicare la prerogativa alla scelta dei modelli educativi e la libertà di esercitare il diritto al consenso informato nelle scuole da parte delle famiglie. Un altro degli slogan dell’evento era “la natura non si sceglie”.
Invece, secondo lo staff del sindaco di Napoli, il Comune era stato “tratto in inganno” perché non era subito chiara “la campagna transfobica del cosiddetto bus della libertà.” Era stato, dunque, vietato al bus di sostare in piazza. Gli organizzatori hanno subito fatto capire che, a loro dire, il sindaco non aveva diritto di negare uno spazio pubblico e si sono comunque presentati a Napoli e fermati per due ore nel pieno rispetto al codice della strada. Un vero e proprio smacco per il primo cittadino di Napoli, che non ha potuto far niente per evitare lo svolgimento dell’iniziativa.
“Oggi – attacca Luigi Mercogliano, candidato sindaco di Napoli alle ultime amministrative e presidente nazionale dell’associazione Noi per la Famiglia – de Magistris ha dimostrato come per ragioni ideologiche un amministratore pubblico possa trasformarsi da sindaco di una città a capo di una rivoluzione di sfigati. Sfigati infatti erano i 4 gatti che hanno provato ad impedire la nostra libertà di manifestare pacificamente il nostro pensiero rivendicando la prerogativa per le famiglie di scegliere modelli educativi consoni alla propria cultura ed al proprio credo religioso nelle scuole dei nostri figli.”