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Intascavano soldi dei migranti: maxi truffa milionaria, indagato anche prete della Caritas

Salerno, si allarga l’inchiesta sulla presunta truffa ai danni dello Stato e degli stranieri portata avanti da alcune associazioni distraendo a fini personali i soldi che sarebbero dovuti servire per l’assistenza ai migranti. Tra gli indagati anche Don Vincenzo Federico, responsabile della Caritas di Teggiano-Policastro: “Accuse surreali”, dice il suo legale.
A cura di Francesco Loiacono
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C'è anche don Vincenzo Federico, Cavaliere della Repubblica e a capo della Caritas di Teggiano-Policastro, in provincia di Salerno, tra gli indagati per la presunta truffa ai danni dello Stato e degli stranieri realizzata mediante la distrazione di fondi destinati all'assistenza dei migranti. Lo scrive il quotidiano "La Repubblica", spiegando che nella vicenda che ha portato all'arresto del presidente della onlus di Pozzuoli "Un'ala di riserva", Alfonso De Martino, e ai domiciliari per la sua compagna Rosa Carnevale ci sarebbero otto indagati in totale. Tra questi, anche i nomi di due funzionari regionali, Vincenzo Cincini e Giuseppe Mattiello.

Secondo l'accusa, sostenuta dai pubblici ministeri Raffaello Falcone e Ida Frongillo, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, il "pocket money" destinato ai migranti per le loro spese di prima necessità – circa 2,5 euro a persona –  finiva in gran parte nelle tasche di una specie di comitato che usava quei soldi per finalità private. Nel mirino degli inquirenti oltre un milione e mezzo di euro gestiti in questa maniera dalla onlus di Pozzuoli e almeno altri tre milioni per i centri legati alla Caritas di Teggiano-Policastro. Secondo il giudice per le indagini preliminari Antonio Cairo si tratterebbe di "un sistema di frode stabilmente orientato a permanere nel tempo" e "volto a durare e a garantire a ciascun soggetto un utile che in parte è stato già accertato e che in parte non è ancora pienamente emerso". Gli inquirenti indagano adesso anche sulla presenza di un presunto "sistema Caritas", e stanno esaminando le carte relative all'accoglienza negli anni 2011, 2012 e 2013, sequestrate negli uffici di don Vincenzo Federico.

Gli indagati respingono le accuse

Gli indagati respingono però tutti gli addebiti: "Accusa surreale", dice il legale di don Vincenzo, Revilando Lagreca, che poi assicura di avere "massima serenità e piena fiducia nella giustizia". La reazione del presidente della onlus De Martino – che pure secondo Repubblica davanti ai pm aveva fatto alcune ammissioni, definendo di essere stato concusso dal funzionario regionale Cincini – era stata affidata inizialmente alla pagina Facebook dell'associazione: "Abbiamo sempre aiutato chi aveva bisogno. Il nostro presidente e tutta l’organizzazione continueranno nel lavoro quotidiano riconosciuto da tutti, al fianco dei 400 immigrati e più che ospitiamo. I pregiudizi, lo speculare, non fanno parte della nostra cultura", il messaggio che compariva domenica. Poi, però, ne è apparso un altro, dal tono diverso: "Si tiene a precisare, inoltre, che le indagini che hanno coinvolto A.D.M. e R.C. riguardano fatti e attività che l’associazione ha concluso nel 2012. Si precisa che dal 2014 il D.M. non è più rappresentante legale della suddetta associazione. Tutti i membri dell’associazione ribadiscono sostegno e piena fiducia nell’operato della magistratura e si augurano che si possa fare chiarezza quanto prima, nell’interesse dell’associazione e generale".

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