Sparatoria al Caan di Volla: tre fermi per l’omicidio del 23enne di Giugliano
Dietro la sparatoria consumatasi stamattina tra i banchi della frutta al Caan di Volla, c'è un litigio per futili motivi. Da quanto ricostruito dai carabinieri intervenuti sul posto stamattina al mercato otrofrutticolo sarebbe stata l'arma di un giovane di Acerra, poi fuggito dal luogo della del crimine a uccidere Giovanni Galluccio, un 23 enne di Giugliano che, da quanto risulta il giorno prima lo aveva redarguito perché l'uomo aveva urinato nello stand e ferire gravemente Giuseppe Serracino, 34 anni, di Marano. È accaduto stamattina intorno alle 8.
La polizia è giunta sul posto dopo una segnalazione del 112 allertato dai commercianti che erano presenti nella struttura. Secondo la ricostruzione degli inquirenti allontanandosi dallo stand dopo essere stato cacciato il presunto omicida avrebbe fatto il gesto della pistola con due dita, minacciando di tornare armato. Stamane avrebbe aperto il fuoco sul 23enne, appartenente ad una stimata famiglia di mercanti di Giugliano, e contro Serracino. Avrebbe quindi colpito con il calcio della pistola una terza persona, intervenuta per fermarlo, e si sarebbe dato alla fuga abbandonando la pistola, ormai inceppata. Non c'è stato nulla da fare per il 23enne, morto poco dopo il ricovero per le ferite riportate al torace. Mentre il 34enne, anche lui senza precedenti, è ora ricoverato in prognosi riservata e con ferite al torace nel nosocomio napoletano.
Tre fermi per omicidio
Tre persone sono state fermate dai Carabinieri come indiziati dell'omicidio di Giovanni Galluccio e del tentativo di omicidio di Giuseppe Sarracino. I tre erano stato portati in caserma nel pomeriggio dove sono stati interrogati a lungo dagli investigatori e dal pm. Si tratta di S.A., di 47 anni, suo figlio, di 18 anni e M.M., di 23 anni, di Napoli. I militari sono risaliti a loro attraverso le immagini dei sistemi di videosorveglianza e sulla base delle dichiarazioni di alcuni testimoni. Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, quella dei tre sarebbe stata una vera e propria spedizione punitiva dopo una lite scoppiata per motivi banali fra Salvatore Aveta e Galluccio, dipendente di una ditta del mercato ortofrutticolo.