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L'omicidio di Ugo Russo a Napoli

Spari contro la caserma dei carabinieri, fermati il cugino di Ugo Russo e un 22enne

Due giovani napoletani sono stati fermati nelle indagini sugli spari contro la caserma Pastrengo dei Carabinieri, a Napoli, nella notte del 1 marzo scorso; la sparatoria avvenne poche ore dopo la morte di Ugo Russo, il 15enne dei Quartieri Spagnoli ucciso dal carabiniere che stava rapinando insieme a un complice.
A cura di Nico Falco
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Ugo Russo
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Due giovani sono stati fermati dai carabinieri per la "stesa" contro la caserma Pastrengo, sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli, nella notte del 1 marzo, poche ore dopo la morte di Ugo Russo, il 15enne ucciso dal carabiniere che stava rapinando insieme a un complice. Si tratta di Vincenzo Sammarco, 22 anni, e di Giovanni Grasso, 23 anni, cugino di Ugo Russo, essendo figlio della sorella del padre, Vincenzo Russo. I due ragazzi, che i militari hanno cercato presso le loro abitazioni nei giorni scorsi, si sono consegnati alla Pastrengo. Sono accusati di detenzione di armi da fuoco, violenza privata e danneggiamento (in questo caso esplodendo i colpi di pistola), con l'aggravante del metodo mafioso. Il fermo è stato eseguito oggi, 9 marzo, dai carabinieri; è stato emesso lo scorso 5 marzo dalla Procura della Repubblica di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia. Ora si attende che venga fissata la data per l'interrogatorio, nel frattempo i due sono in carcere.

Dopo la morte del giovane, nell'ospedale dei Pellegrini, alcune decine di persone, tra familiari e conoscenti del 15enne, avevano devastato il Pronto Soccorso. La sparatoria era avvenuta poche ore dopo la diffusione della notizia della morte, mentre nella Pastrengo c'era il 17enne che aveva partecipato alla rapina poi finita in tragedia. Due giovani, in sella a uno scooter, erano passati di corsa davanti alla caserma e avevano aperto il fuoco, mirando alle finestre; nella facciata erano stati repertati quattro fori di proiettile.

Venerdì scorso, dopo l'autopsia, la magistratura aveva liberato la salma di Ugo Russo per consentire i funerali; per le disposizioni di sicurezza dovute al pericolo diffusione coronavirus non è stato possibile celebrare i funerali, ma solamente un piccolo corteo con benedizione del corpo al cimitero. Alcuni amici del giovane portavano uno striscione con la scritta "Verità e giustizia per Ugo".

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