Specialisti nelle rapine ad anziani alle poste e al cimitero, derubavano anche i parenti
Non si erano fermati nemmeno davanti al legame di parentela: tra le vittime c'era la zia di uno degli arrestati, seguita mentre andava al cimitero e rapinata della pensione appena ritirata. La banda è stata smantellata dai carabinieri che hanno eseguito oggi, 25 giugno, una ordinanza di custodia cautelare del gip di Napoli nei confronti di 5 persone (3 in carcere, una agli arresti domiciliari e una sottoposta a divieto di dimora a Napoli e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria); i destinatari del provvedimento sono gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata a reati contro il patrimonio, rapine con la tecnica del "filo di banca" e porto abusivo di armi comuni da sparo.
Come funziona la rapina col filo di banca
Le vittime delle rapine venivano scelte negli uffici postali o negli istituti di credito. Uno dei criminali si appostava all'interno e osservava le operazioni alla cassa, individuando quelli che ritiravano del denaro. Poi segnalava la vittima ai complici appostati all'esterno, che la seguivano e la rapinavano. Il nome della tecnica viene da uno degli stratagemmi usati: l'obiettivo viene "marchiato" facendo cadere sui suoi vestiti un filo di un colore che risalti sul tessuto. Lo stratagemma ora però è stato sostituito con altri, molto più efficaci: basta un messaggio sul cellulare o una telefonata.
Le indagini dopo il furto a una società nautica napoletana
Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Rosa Volpe e dal sostituto procuratore Sergio Amato, erano partite dopo la denuncia della Luise Associates Srl, una società nautica napoletana, che nell'ottobre 2015 era stata derubata di 250mila euro, custoditi nelle casseforti e destinati al pagamento degli stipendi dei dipendenti. Con appostamenti e intercettazioni i militari hanno ricostruito la struttura di un gruppo criminale che si era specializzato nelle rapine agli anziani, che venivano pedinati dopo aver prelevato in banche e uffici postali o dagli sportelli Atm.
Il gruppo è ritenuto responsabile di 5 rapine, perpetrate tra maggio e settembre 2016 in tutta la provincia di Napoli; tra le vittime c'è anche la zia di uno dei componenti del gruppo: malgrado la parentela, era stata seguita mentre andava al cimitero insieme alla figlia ed era stata rapinata della pensione. Nel corso delle indagini è stata sequestrata anche un'arma clandestina calibro 7,65 con matricola abrasa con caricatore e munizioni.